Le imprese siciliane da difendere dagli attacchi della mafia, per evitare che il tessuto economico diventi preda della criminalità. E’ la presa di posizione di Nino Minardo, presidente della commissione Difesa della Camera dei deputati. Da lui lanciato l’allarme dopo l’operazione dei carabinieri che hanno sequestrato due aziende di produzione di packaging per prodotti ortofrutticoli a Vittoria.

Gli interessi di Cosa nostra

“Il sequestro di due aziende di produzione di packaging per prodotti ortofrutticoli a Vittoria – afferma il parlamentare – dimostra come le attività produttive siciliane facciano gola alla mafia. Abbiamo il dovere di tenere alta la guardia e proteggere l’economia della Sicilia dalle infiltrazioni criminali”.

Un nuovo fronte investigativo

“Il prezioso lavoro degli inquirenti e del nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Ragusa – continua Minardo – ha permesso di strappare due aziende del valore di circa 2 milioni di euro ad una gestione illecita. E probabilmente a interessi mafiosi. Ai magistrati del tribunale di Catania e della Procura distrettuale e ai carabinieri del comando di Ragusa la mia gratitudine per il costante lavoro e impegno nella battaglia contro Cosa Nostra su questo nuovo e delicato fronte economico”.

L’operazione

le aziende in cui sono scattati i sigilli sono la Pack Art s.r.l.s. di Contrada Palazzello di Vittoria e una seconda società “contenitore” della stessa Pack Art. Secondo l’accusa entrambe di proprietà o riconducibili a Pino Gueli, 67 anni, condannato per associazione di tipo mafioso, omicidio e porto abusivo di armi. Il provvedimento arriva a conclusione di una serie di indagini, condotte tra il 2020 e il 2021 che, secondo gli inquirenti, ha documentato la sproporzione tra il patrimonio aziendale e i suoi redditi dichiarati.

Sospetto risorse illecite per l’acquisizione del controllo

Sarebbe emersa così una discrasia che ha dimostrato la natura illecita delle risorse utilizzate per acquisire la disponibilità dei beni a lui riconducibili. Per questo è stato disposto il sequestro che potrebbe condurre, in una fase successiva, alla confisca. Oltre agli immobili e agli impianti industriali di produzione di imballaggi, con il 100% delle quote societarie, sono stati sequestrati sei veicoli tra leggeri e pesanti, per il trasporto di merci e persone, e due rapporti finanziari.

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