Roma dice basta alla Sicilia per quanto riguarda le spese extra per la sanità privata. Con un diktat, chiaro: “Dovete risparmiare”. E in fretta. E’ uno stop a una cascata di spese per la sanità privata, con l’impugnativa di Palazzo Chigi ad alcune norme inserite nel “collegato” alla Finanziaria regionale.

Niente tesoretto da 22 milioni

A saltare è anzitutto il tesoretto da 22 milioni di euro che era stato inserito nella manovra non, come erroneamente scritto in queste ore, per incrementare le rette delle strutture sanitarie private convenzionate, norma che è, invece, passata al vaglio romano, ma per l’incremento della spesa legata alla dialisi ( si tratta del medesimo articolo ma del comma successivo). Non viene toccata la norma che prevede un incremento delle tariffe rimborsate dalla Regione pari al 7 per cento per le strutture riabilitative per disabili psico- fisico- sensoriali, le comunità terapeutiche assistite, le residenze sanitarie assistenziali e i centri diurni per autistici. Mentre per i centri dialisi era stato riconosciuto un incremento del due per cento che finisce sotto la scure dell’impugnativa. Stralciata anche la sanatoria per le strutture convenzionate: si trattava di una norma che abbonava 13 milioni di euro di contributi extra erogati nel biennio 2021-22 dalle Asp ai privati. L’articolo prevedeva che le strutture convenzionate non restituissero le somme, ma erogassero in cambio prestazioni per abbattere le liste d’attesa. Un punto sul quale Palazzo Chigi è stato irremovibile: la Regione è soggetta a un piano di rientro dal deficit per la spesa sanitaria, e quelle somme vanno restituite. Diversi interventi andranno fatti per l’abbattimento delle liste d’attesa

I dubbi sulla case comunità ed ospedali territoriali

Disco rosso anche per un articolo che guardava già al futuro delle case di comunità e degli ospedali territoriali da realizzare con i fondi del Pnrr: la norma incrementava annualmente del 15 per cento i limiti di spesa per il personale. Si trattava di un spiraglio che avrebbe potuto aprire nuovi varchi per i precari in servizio durante l’emergenza Covid. Ma anche in questo caso la scure di Palazzo Chigi impone lo stop alla norma. Bocciati da Palazzo Chigi pure gli articoli che avrebbero aumentato i gettoni di presenza per i presidenti e i componenti dei consigli d’amministrazione delle società partecipate e quello che avrebbe autorizzato la Regione a pagare i contenziosi per i commissari degli Ato.

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