Più di mezzo secolo dedicato all’impegno scientifico e allo studio dell’agricoltura. Tutto racchiuso in un volume di 1.115 pagine che rappresenta la nuova opera scientifica di Antonio Bacarella. Già docente di Economia e politica agraria all’università degli studi di Palermo, Bacarella ha prodotto un testo che rappresenta la sintesi di 55 anni di insegnamento universitario, una vita, dedicata con passione e grande impegno al principale fattore economico siciliano.
La presentazione
Il volume presentato oggi a “Casa Sanfilippo”, al parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento. “Storia moderna dell’agricoltura siciliana: dall’anteguerra i giorni nostri” è commentato da Pietro Columba e Alessandro Hoffmann, docenti Unipa di Economia e di Politica Agraria. Pubblicata dalle Edizioni La Zisa, l’opera è composta da due volumi: un impressionante lavoro di studio, ricerca ed elaborazione dei dati condensato in 245 tabelle, in una alta presenza di prospetti e in una interminabile bibliografia.
I limiti del settore
Il professor Bacarella lascia intravedere nella narrazione, nello studio e nell’analisi dell’agricoltura siciliana i motivi dei suoi freni. A suo dire la carenza di scuola, università, ricerca, trasferimento tecnologico, assistenza tecnica sarebbero la chiave per comprendere i limiti, in Sicilia, di un’agricoltura importante che potrebbe essere – invece – importantissima. Una visione che coincide proprio con quella del Santo Padre che, in un recente messaggio alla Fao, ha messo al primo punto quello di “rivedere il sistema di istruzione per renderlo più rispondente al settore agricolo e, quindi, per integrare i giovani al mercato del lavoro”. Soltanto così l’agricoltura del futuro sarà etica, consapevole e guarderà al mondo con ottimismo e fiducia.
Il focus sull’impatto ambientale
L’evento, organizzato dall’Associazione Mediterranea Solidale di Porto Empedocle, rappresenta anche un focus su agricoltura e impatto ambientale in Sicilia, prendendo spunto dall’enciclica papale “Laudato si” di Papa Francesco in cui il Santo Padre fa “un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti”.
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