Il maltempo che si è abbattuto durante il fine settimana in alcune zone dell’Agrigentino, ha provato gravi disagi e danni: alberi sradicati, cartelloni pubblicitari volati via, allagamenti e allarme cedimenti si sono registrati un po’ in tutta la provincia.

I pompieri sono accorsi a Campobello di Licata, Ravanusa e Canicattì e Aragona dove è stato un susseguirsi di segnalazioni per alberi pericolanti o abbattuti lungo le strade.

Ma a farne le maggiori spese in termini sia ambientali, ma anche ecologici, è stata la città di Favara.
Infatti come denuncia l’associazione ambientalista MareAmico: “La scorsa notte una forte pioggia, ha rimosso e trasportato tonnellate di rifiuti abbandonati in strada, nei valloni, quindi nei torrenti, poi nel fiume Naro ed infine nel mare di Cannatello.
Il sindaco di Favara è moralmente responsabile di questo disastro ambientale!”

Favara nei giorni scorsi è stata sommersa da rifiuti, a causa di uno sciopero dei netturbini durato diverse settimane.
Il disagio di questi lavoratori, era legato al mancato pagamento di ben tre mensilità.

Dopo diversi giorni di sciopero e dopo una travagliata trattativa tra la sindaca di Favara, Anna Alba, e i sindacati di categoria, i netturbini hanno ripreso la raccolta dei rifiuti. In pochi giorni, però, non sono riusciti a raccogliere tutti la spazzatura accatastata tra gli angoli della città.
I sacchetti di immondizia sono stati sparpagliati e ammassati – dalla forza della natura – in determinati punti e, forse, adesso, la situazione igienico-sanitaria è ancora più allarmante. La raccolta dei rifiuti dopo 15 giorni di stop, era ripresa lo scorso giovedì.

Il violento temporale, ha provocato disagi soprattutto nel quartiere “Giateddra”, la zona del centro storico limitrofa alla piazza Cavour. Un fiume in piena, dalla via San Rocco ha trascinato con se anche i cumuli di rifiuti. I sacchetti, dalla piazza Giglia dove si era formata una maxi discarica, hanno “navigato” verso la via La Porta.

(foto e video di MareAmico Agrigento)

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