Fermati quattro pescatori tunisini per estorsione aggravata. Si sarebbero trasformati in rapinatori e depredando barchini dei migranti sottraendo non soltanto i motori dell’imbarcazione ma anche denaro e cellulari alle persone.
Veri e propri blocchi navali effettuati dai pescherecci tunisini che, invece di andare a pesca, fermano e rapinano i migranti.
La procura ha disposto il fermo di quattro pescatori: si tratta del comandante e dell’equipaggio del motopesca “Assyl Salah”.
Indagati accusati di “Pirateria navale” rimangono in carcere
Ma il gip li scarcera per difetto di giurisdizione visto che tutto è avvenuto in acque internazionali. Ma il furto dell’attrezzatura di propulsione è stato considerato “pirateria” e gli indagati sono rimasti al carcere di contrada Petrusa.
Ad accertarlo, documentandolo anche con riprese video, sono state le investigazioni della sezione operativa navale della la Squadra Mobile, guardia di finanza di Lampedusa, i militari della Guardia costiera di Lampedusa, tutti coordinati dal procuratore reggente Salvatore Vella.
L’inchiesta nasce dalle dichiarazioni di alcuni migranti superstiti del naufragio, avvenuto il 23 luglio scorso, in acque Sar maltesi, con 5 dispersi, fra cui un bambino. L’attività investigativa si era concentrata anche su un particolare: nelle ultime settimane i barchini utilizzati dai migranti arrivavano senza motore con conseguenti rischi.
Le parole del procuratore Vella
“Tra i vari reati che abbiamo individuati – ha dichiarato il procuratore Salvatore Vella – si aggiunge quello di pirateria marittima, un reato particolarmente grave per l’ordinamento italiano e che ha importanza nel panorama internazionale. La pirateria mette a rischio la vita della gente in mare, così come avviene per i migranti sui barchini che arrivano in Italia. Gente che parte con imbarcazione di fortuna. Da qualche mese stiamo registrando che diversi barchini arrivano a Lampedusa senza motori. Ci siamo resi conto che diversi pescherecci tunisini attuano condotte di pirateria e depredano questi barchini con veri blocchi navali. Un’attività che sta diventando esclusiva rispetto a quella di pesca”.
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