E’ stato colpito alle spalle con un solo proiettile che gli ha perforato polmone e aorta. E’ quanto è stato accertato stamattina dal medico legale Alberto Alongi, incaricato dal procuratore facente funzioni Salvatore Vella e dal pubblico ministero Elenia Manno di eseguire l’autopsia sul corpo del cardiologo di 62 anni Gaetano Alaimo.

Gli esiti completi dell’accertamento, al quale hanno partecipato anche i familiari della vittima attraverso il legale di fiducia Giuseppe Barba e il medico legale Paolo Procaccianti, saranno depositate nelle prossime settimane. L’indagato, il bidello Adriano Vetro, paziente della vittime, invece, non ha nominato alcun consulente di parte. I funerali nel pomeriggio di sabato.

Convalidato l’arresto di Vetro

Il gip del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, ha convalidato l’arresto di Adriano Vetro, 47 anni, di Favara, reo confesso dell’omicidio del cardiologo.

Vetro, bidello in servizio in un istituto di Caltanissetta, ha ammesso di averlo ucciso dicendo di essersi sentito preso in giro perchè il cardiologo non gli avrebbe rilasciato un certificato medico indispensabile per ottenere il rinnovo della patente di guida. I carabinieri hanno trovato un’arma nella sua abitazione, dove era andato subito dopo l’omicidio, che avrebbe usato per uccidere il medico.

La pistola è risultata essere stata rubata nel 1979. Il difensore, l’avvocato Santo Lucia, aveva chiesto al giudice di applicargli i soli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Il provvedimento sarà adesso impugnato al tribunale del riesame. Il procuratore facente funzioni di Agrigento, Salvatore Vella, e il pubblico ministero Elenia Manno, al contrario, avevano chiesto la convalida dell’arresto e la custodia cautelare in carcere.

Il cordoglio dell’ordine dei medici

I presidenti dei nove Ordini dei medici siciliani, anche a nome dei rispettivi consiglieri, esprimono un profondo dolore e sentite condoglianze alla famiglia.  “Una notizia che colpisce tutti noi e che ci porta a ribadire ancora una volta la preoccupazione per il ripetersi di attacchi, incursioni violente e minacce che minano direttamente o indirettamente la vita di medici e personale sanitario. Siamo dentro un ciclo di violenza che dura da anni e che stiamo pagando a caro prezzo. Speriamo che le istituzioni rispondano con saggezza e durezza, con una visione del futuro che guarda a fatti incontrovertibili. Quello che resta oggi è un altro giorno di dolore per la categoria medica e la possibilità di costituirci parte civile nel processo”, afferma il presidente
dell’Omceo Palermo Toti Amato, in rappresentanza dei presidenti di tutti gli ordini provinciali: Vito Ignazio Barraco (Trapani), Giacomo Caudo (Messina), Giovanni D’Ippolito(Caltanissetta), Anselmo Madeddu (Siracusa), Renato Mancuso (Enna), Igo La Mantia (Catania), Santo Pitruzzella (Agrigento), Carlo Vitali (Ragusa).

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