Nessun trauma, né tracce di violenze. Tanto è emerso a margine dell’autopsia, terminata nel primo pomeriggio, sulla salma di Vincenzo Lattuca, il quarantatreenne di Favara nell’Agrigentino che è morto martedì notte, prima ancora di arrivare al pronto soccorso dell’ospedale di Agrigento, dopo essere stato colto da malore improvviso.

Ipotesi privilegiata è quella di overdose di eroina

L’esame autoptico – su incarico del procuratore reggente Salvatore Vella – è stato eseguito dal medico legale Alberto Alongi, assieme ad un tossicologo. L’inchiesta sulla misteriosa morte di Lattuca – per spaccio di droga e morte quale conseguenza di altro reato – privilegia l’ipotesi di un decesso imputabile ad overdose di eroina. Non essendo stati riscontrati traumi o tracce di violenze sembra accreditarsi l’idea, dei pubblici ministeri e dei poliziotti della Squadra mobile, di un gesto volontario d’assunzione stupefacenti.

Si attendono esiti esami tossicologici

Bisognerà, adesso, però, aspettare gli esiti dei disposti esami tossicologici che dovranno stabilire, con certezza scientifica, di che tipo di droga il quarantatreenne ha fatto uso, quale era la composizione e con che sostanza è stata “tagliata”.

Era indagato sulla scomparsa della sorella

Enzo Lattuca era il fratello di Gessica, la ventisettenne, mamma di quattro figli, scomparsa nell’agosto del 2018. Nelle scorse settimane era stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di avere ucciso a botte la sorella e aver fatto poi sparire il cadavere.

Le indagini

La ragazza era stata vista per l’ultima volta il 13 agosto 2018 quando, secondo le pochissime informazioni a disposizione, sarebbe stata notata nei pressi della piazza principale e via Leopardi. Da allora nessuna traccia. Ma oggi la svolta clamorosa. Il procuratore reggente Salvatore Vella e il pubblico ministero Paola Vetro hanno iscritto nel registro degli indagati il fratello della ragazza, Vincenzo Lattuca, 43 anni, con l’accusa di omicidio aggravato e occultamento di cadavere in concorso con ignoti. Tutte le piste erano aperte dalla Procura ma finora non avevano ancora portato risultati.

La pista

Si sarebbe arrivati a questa pista in seguito al ritrovamento di alcune tracce ematiche riconducibili a Gessica, nell’abitazione del padre della ragazza dove viveva anche il figlio Vincenzo, indagato nell’ambito dell’inchiesta “Mosaico” che ipotizza un vasto traffico di armi e droga collegato alla faida fra due bande rivali che ha provocato cinque omicidi fra Favara e il Belgio. Altri elementi raccolti dalle indagini hanno portato ad avvalorare questa circostanza.
Secondo indiscrezioni, la procura nelle scorse settimane, ha convocato Vincenzo Lattuca per rendere un interrogatorio. L’indagato, assistito dal suo difensore Salvatore Cusumano, ha risposto al pubblico ministero Paola Vetro, che ha condotto personalmente l’atto istruttorio, negando qualsiasi coinvolgimento nella vicenda.