Confisca definitiva dei beni, stimati in circa 10 milioni di euro, riconducibili a un noto imprenditore agrigentino, nel frattempo deceduto, che era a capo di un gruppo d’imprese della grande distribuzione alimentare.
L’imprenditore era finito sotto processo per bancarotta fraudolenta aggravata, con danno nei confronti dei creditori per svariati milioni di euro. Nel 2016, era stato arrestato – dal nucleo di polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme gialle di Agrigento – nell’ambito dell’operazione denominata “Discount”. All’esito del procedimento, la corte di Appello di Palermo ha disposto la confisca (divenuta adesso definitiva) dei beni di proprietà delle società, riconducibili all’imprenditore.
La guardia di finanza racconta l’iter
“Per realizzare le condotte delittuose, l’imprenditore, si avvaleva – afferma la guardia di finanza che ha eseguito il provvedimento di confisca – di un meccanismo finanziario che prevedeva l’erogazione di anticipazioni infruttifere, da parte dello stesso quale socio, nei confronti delle società avviate al fallimento, di cui diveniva così creditore, nonché dei successivi rimborsi delle anticipazioni, in tal modo generando flussi finanziari apparentemente legittimi, provenienti delle società destinate alla decozione, reimpiegati per operare consistenti investimenti immobiliari o per provvedere alle spese correnti di gestione”.
Cosa è stato sequestrato
La confisca ha riguardato le quote societarie di tre società, due centri commerciali di ampia estensione e tre appartamenti di pregio ubicati nelle provincie di Agrigento, Caltanissetta e Palermo.
Beni confiscati alla mafia nel Trapanese
Nel corso della conferenza di servizi in prefettura a Trapani dello scorso aprile sono state acquisite manifestazioni di interesse, da parte dei Comuni della provincia interessati, per 288 dei 327 beni proposti, per un valore di oltre 13 milioni di euro. 109 beni sequestrati a Castelvetrano, 57 a Salemi, 52 a Custonaci, 49 a Castellammare del Golfo ed a Campobello di Mazara, 5 a Trapani, 3 a Paceco, 1 a Valderice, Partanna, Marsala ed Alcamo.
Le manifestazioni acquisite saranno sottoposte al consiglio direttivo dell’Ambcs per la definitiva destinazione.
“Quarantanove beni confiscati alla mafia, per un valore complessivo di circa 540 mila euro tornano alla collettività e saranno utilizzati per fini sociali”. Lo fa presente il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicolò Rizzo dopo la conferenza di servizi svoltasi in prefettura a Trapani ed indetta dall’agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata per l’assegnazione di beni immobili e terreni.
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