La prestigiosa Chiesa di San Nicola, edificata nel X secolo, nel cuore della Valle dei Templi, adiacente il museo archeologico di Agrigento dove sono presenti opere liturgiche di valore artistico, tra le quali il Crocifisso ligneo del XV secolo, chiamato “Signore della Nave”, trasformata per una sera in una sala ristorante.
Evento per i profughi dell’Ucraina, 277 invitati
Un evento benefico per i profughi dell’Ucraina, dopo l’accensione di un tripode della pace nel cuore della Valle dei Templi, culmina con un banchetto all’interno della chiesa di San Nicola con 277 invitati (tanti sono i giorni trascorsi dall’inizio del conflitto con la Russia) seduti a tavola.
Gli organizzatori dell’iniziativa
L’iniziativa, è stata organizzata dell’arcidiocesi di Agrigento, dal Comune e dell’ambasciata del Belize, con il suo incaricato d’affari in Europa, il miliardario di origine siciliana Alfredo Nunzio D’Angieri.
Le polemiche
L’evento avrebbe dovuto svolgersi all’aperto. Ma a causa dell’allerta meteo, gli organizzatori hanno dovuto trovare in fretta e furia un’altra location, individuandola proprio nella Chiesa San Nicola.
Il prestigioso luogo di culto, trasformato in un vero e proprio “ristorante” ha scatenato un putiferio di polemiche per quella che, dalle immagini, a qualcuno è sembrata una serata di gala. Sui social, impazzano sfottò e meme e si discute sull’opportunità di banchettare in un luogo di culto.
Il menù
La cena – secondo quanto riporta l’Avvenire – è stata preparata dall’Istituto Alberghiero Principi Grimaldi di Modica, con un menù di tutto rispetto: dal timballo di anelletti al ragù al cannolo scomposto.
I social divisi
I social divisi tra coloro che hanno lodato l’iniziativa di beneficenza ricordando che comunque non si tratta della prima volta che un luogo sacro viene utilizzato per questi scopi e altri che invece hanno gridato allo scandalo per un luogo sacro trasformato in una sala trattenimenti.
Stefania Petyx tra i partecipanti
Tra i partecipanti anche Stefania Petyx con il suo bassotto, che ha portato a termine egregiamente la sua missione di solidarietà, servendo i pasti ai tavoli.
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