Mentre si aspetta l’arrivo di una grande nave per la quarantena e dell’esercito per aiutare le forze dell’ordine ad arginare nuove fughe dopo quelle in massa degli ultimi due giorni, si lavora per tentare di riportare una parvenza di normalità al sistema dell’accoglienza.

Sono 320 i migranti che, stanotte, lasciandosi alle spalle la tensostruttura di Porto Empedocle, sono partiti alla volta di centri d’accoglienza del Lazio. In mattinata, ne partiranno – secondo il piano di trasferimenti varato dalla Prefettura di Agrigento – gli altri: poco meno di 200 per il Piemonte.

La tensostruttura della Protezione civile, allestita accanto alla banchina del porto e utilizzata come punto di raccolta dopo che i migranti vengono trasferiti da Lampedusa a Porto Empedocle, dovrebbe dunque temporaneamente restare vuota. Dalla struttura, ieri, c’era stata la fuga di poco meno di un centinaio di migranti. All’alba, dopo un’intera notte di ricerche e perlustrazioni da parte di polizia, carabinieri e Guardia di Finanza, erano state rintracciate poco più di una cinquantina di persone. Alcuni migranti in fuga sono tornati indietro spontaneamente: sono stati avvisati, al cellulare, da connazionali rimasti nella tensostruttura che era stato pianificato il loro trasferimento.

Ma intanto continua l’ondata di sbarchi a Lampedusa dove il centro attrezzato per ospitare 95 persone fra poco ne ospiterà dieci volte tante. Tre barche, rispettivamente con 106, 13 e 9 migranti a bordo, sono state rintracciate durante la notte, a largo dell’isola, dalle motovedette della Guardia costiera. Le persone sono state sbarcate al molo commerciale e poi portate all’hotspot dove gli ospiti presenti sono arrivati a 872 a fronte di una capienza massima prevista per 95.

Infine cinque tunisini, ritenuti scafisti, sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria dalla Guardia di finanza e della Guardia costiera. Il gip del tribunale di Agrigento ha già convalidato il fermo, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e gli indagati sono stati portati in carcere.

Lo scorso lunedì, i militari sono riusciti a intercettare e bloccare il peschereccio tunisino che aveva sbarcato un gruppetto di connazionali sull’isola di Lampione. Dopo aver ricevuto una segnalazione dal personale dell’area marina protetta Isole Pelagie, che ha assistito allo sbarco, la Capitaneria ha allertato il dispositivo di vigilanza marittima.

Una vedetta della sezione operativa navale di Lampedusa ha intercettato, in acque territoriali, il peschereccio e lo ha scortato fino al porto, mentre un’altra motovedetta recuperava i migranti abbandonati a Lampione.

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