Mentre infiamma la polemica sulla fuga da Pian del Lago a Caltanissetta, continuano senza sosta gli sbarchi sulle coste siciliane e soprattutto a Lampedusa. Sono 114 i migranti soccorsi su due barconi e sbarcati sull’isola agrigentina durante la notte. La Guardia costiera ha rintracciato al largo dell’isola 70 tunisini su un natante. Neanche il tempo d’ultimare le procedure di trasferimento verso l’hotspot che la Capitaneria ha avvistato e agganciato un altro barcone con a bordo 44 extracomunitari: 4 marocchini e 40 originari del Bangladesh.
Anche i due gruppi sono stati portati al centro di prima accoglienza dove si trovano, in quel momento, 650 persone. Ieri 520 migranti erano stati accompagnati in altre strutture. Solo nella serata di ieri un piccolo peschereccio con a bordo 26 tunisini era stato avvistato e agganciato dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza, prima dei due soccorsi notturni. Il natante, che è stato scortato fino al molo Favarolo, si trovava nelle acque antistanti l’isola dove era arrivato autonomamente. I profughi sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola da dove ieri erano stati trasferiti 520 migranti. Al momento nel centro ci sono 596 persone.
E alcuni lampedusani, stanotte, hanno bloccato – tendendo una corda – l’unica strada d’accesso al molo commerciale. Fra i manifestanti anche l’ex senatrice della Lega Nord, Angela Maraventano. Al molo sono andati la Digos, i poliziotti dell’Immigrazione e i carabinieri. “Abbiamo bloccato tutto, non entra nessuno e non esce nessuno – è stato detto durante la protesta – . Siamo stanchi, adesso basta”. La protesta è avvenuta mentre era in corso lo sbarco dei 44 migranti, originari del Marocco e del Bangladesh, che erano stati soccorsi in mare aperto dalla Guardia costiera. “Chiediamo due aerei per trasferire, immediatamente, questi migranti che sono sull’isola perché siamo in pericolo – ha detto Maraventano – Stiamo manifestando pacificamente, non stiamo ostacolando nessuna situazione di emergenza”. La polizia sta valutando denunce per interruzione di pubblico servizio e resistenza passiva a pubblico ufficiale.
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