Il gup di Palermo ha condannato complessivamente a oltre 20 anni di carcere Viera Cicakova, Veronika Cicakova, Rosario Burgio, Emilio Lombardino, Giovanni Gurrisi e Neculai Stan accusati di far parte di un’organizzazione criminale che sfruttava braccianti agricoli.

ll processo, celebrato in abbreviato, nasce da una indagine della Dda di Palermo, coordinata dal pm Gery Ferrara, su una banda che costringeva i braccianti a lavorare nei campi in condizioni disumane pagandoli 3 euro all’ora.

Viera Cicakova ha avuto 7 anni e 10 mesi e 22mila euro di multa, la figlia Veronica Cicakova 7 anni e 4 mesi e 14mila euro di multa, Rosario Burgio un anno e 4 mesi e 600 euro di multa, Emilio Lombardino 2 anni e 4 mesi, Giovanni Gurrisi 3 anni e Neculai Stan 3 anni.

Gli imputati rispondevano a vario titolo di associazione a delinquere, sfruttamento del lavoro, favoreggiamento e sfruttamento dell’immigrazione clandestina.

Vittime dell’organizzazione criminale braccianti agricoli di Campobello di Licata, nell’agrigentino. L’inchiesta, originariamente avviata dai pm di Agrigento, è passata alla Dda che ha sollevato conflitto di competenza davanti alla Procura Generale.

A partire da giugno, si è svolta in Sicilia, “L’Isola senza catene”, la grande campagna di mobilitazione della Cgil e della Flai in Sicilia contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro in agricoltura.
Ci sono state iniziative “sul campo” ed è aumentato il pressing sugli sfruttatori, sulle aziende e sulle istituzioni preposte per l’attuazione della normativa sul contrasto al caporalato, l’introduzione di nuove misure e perché ci siano più efficaci iniziative di vigilanza e controllo.
Dal sindacato anche un appello a tutto l’associazionismo democratico a “fare fronte comune”. Lo avevano annunciato in una nota congiunta il segretario generale confederale Alfio Mannino e il segretario della Flai Tonino Russo. L’iniziativa, aveva fatto sapere il sindacato, verrà estesa assieme alle categorie di riferimento, anche all’edilizia e all’ambito dei servizi.
“Nelle prossime settimane- avevano spiegato Mannino e Russo- batteremo a tappeto le campagne e i luoghi dello sfruttamento, per dare un segnale forte della nostra presenza. Non ci sono solo i caporali e il loro controllo del territorio, c’è anche la Cgil che rappresenta e tutela i lavoratori e di questo intendiamo dare una rappresentazione fisica, concreta. Saremo i custodi del lavoro e dei diritti e non esiteremo a denunciare anomalie e situazioni sospette e illegali, come abbiamo sempre fatto”.

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