“La situazione è ormai fuori controllo, il labile filo di comunicazioni con l’Asp è stato definitivamente interrotto ed io ho capito che l’unico modo per uscire da questa situazione con meno danni possibili per la nostra collettività è darci una mano. Mi comunicano solo 31 tamponi positivi di nostri concittadini ma sono assolutamente consapevole che i numeri sono più elevati, considerato che nella lista dei 31 non scorgo neppure i nomi di chi, per certo, ha avuto un ricovero ospedaliero causa covid19, figuriamoci gli asintomatici. Come potrete capire siamo allo sbaraglio”.

Queste sono le parole del sindaco di Raffadali Silvio Cuffaro, ormai esasperato per la situazione sanitaria che si è profilata nella sua città, e non solo. E mentre il numero dei positivi cresce in maniera esponenziale di giorno in giorno, molti sindaci denunciano di essere in balia a se stessi, ma solo Cuffaro finora ha avuto il coraggio, di essere così critico nei confronti della direzione sanitaria agrigentina.

“Manca interazione tra le istituzioni – spiega il sindaco sui social – e se loro non fanno il lavoro che devono, io che in questo carro sono l’ultima ruota non posso fare il mio. Il mio cellulare squilla 18 ore al giorno ormai da tempo, anche la notte, ma mai ho pensato che i miei concittadini fossero irrispettosi, credo piuttosto che non abbiano punti di riferimento e dopo diversi giorni d’attesa del referto del loro tampone contattano il loro sindaco (che dovrebbe sapere) ma che purtroppo non sa”.

Un Cuffaro esasperato da una situazione che ribadisce essere fuori controllo, tra persone prigioniere a casa in attesa di sapere l’esito del tampone e del cosiddetto “provvedimento di guarigione” e dalla mancata comunicazione e sinergia che in questo momento così complicato, dovrebbe esserci tra i Sindaci e l’Azienda sanitaria.

Ma se da un lato ci sono i Sindaci e i Cittadini con le loro problematiche, dall’altro c’è l’Asp di Agrigento che sta cercando di effettuare screening di massa per cercare di individuare e isolare eventuali positivi.
Lo stesso commissario straordinario dell’Asp Mario Zappia spiega “Il problema dei cittadini prigionieri in casa è problema reale in tutta Italia. Abbiamo fatto una convenzione con i medici di medicina generale, ai quali forniremo loro la password per entrare nel sistema. Basterà che il medico curante acceda al portale per visualizzare il risultato del tampone del proprio paziente. Quindi, nel momento in cui il nostro laboratorio carica il risultato, il medico di famiglia può visualizzare il risultato”.

Ma Cuffaro sembra un fiume in piena e in questi mesi di pandemia non ha mai fatto mistero delle divergenze che ha avuto l’Asp di Agrigento. Anche perché, oltre alla gestione dei cittadini risultati positivi, vi è anche un problema pratico, che è quello dello smaltimento dei rifiuti dei cittadini contagiati. Uomini, donne, bambini e anziani costretti a stare in isolamento per giorni e giorni, senza che nessuno – nelle ultime settimane – si preoccupi di smaltire i rifiuti speciali prodotti da queste persone.

“Non posso neppure rispondere alla necessità di sgomberare i magazzini dai rifiuti speciali di chi è risultato positivo perché non so chi effettivamente lo sia per non parlare del fatto che da 25 giorni il servizio è stato interrotto senza alcuna spiegazione, quindi vi chiedo: facciamo noi rete, se vi comunicano la positività ad un tampone chiamatemi, visto che a me non lo comunicano ed io attiverò, nella massima discrezione, le procedure che vi consentano di vivere con serenità questo momento di difficoltà”.

“Io ho perso le speranze, non vado più all’Asp, non chiamo più nessuno, perché è tempo perso.
Se volete una mano, dovete mettermi nelle condizioni di farlo, diversamente siamo in mano a nessuno”.

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