Dopo la positività di alcuni bambini, il sindaco di Raffadali Silvio Cuffaro di concerto con i dirigenti scolastici e con un’Unità di crisi – costituita per fronteggiare al meglio la pandemia – ha deciso la chiusura di tutte le scuole del suo paese e l’avvio della didattica a distanza. Ma non lascia abbandonate a se stesse quelle famiglie nelle quali entrambi i genitori sono lavoratori.

Il Primo Cittadino infatti, ha messo a disposizione ventiquattro giovani della Protezione Civile per assistere quei bambini che non hanno la possibilità di essere supportati dai genitori poiché lavoratori. Ma non solo. Ha anche messo a disposizione per coloro che ne faranno richiesta, dei locali comunali dove gli alunni potranno collegarsi per seguire la didattica a distanza sempre aiutati da personale addetto.
Una soluzione che ha risolto un problema che in questo momento è non solo attuale ma soprattutto ricorrente tra le famiglie.

Cuffaro è uno di quegli amministratori che sta gestendo al meglio l’emergenza sanitaria nel suo paese.

“Ho appena completato l’incontro con l’unità di crisi costituita dai dirigenti dell’Asp di Raffadali, dai medici territoriali, medici ospedalieri, farmacisti territoriali, un biologo di Raffadali, infermieri, Forze dell’Ordine, Dirigenti scolastici, rappresentanti della Protezione Civile, rappresentanti delle associazioni locali, l’intero consiglio comunale per affrontare gli aspetti della diffusione del contagio da coronavirus”.

Il sindaco ha deciso di costituire questa Unità di crisi per cercare di avere sotto mano la situazione epidemiologica del suo territorio, attraverso un confronto costante con il personale medico territoriale e non solo.

“Sono stati affrontati molti aspetti per capire come fronteggiare la diffusione dei contagi – afferma il sindaco in una delle sue dirette Facebook – . Ci siamo molto dibattuti, perché c’era pure una rappresentanza di genitori degli alunni delle scuole del territorio. Siamo venuti a conoscenza che due bambini, uno della scuola dell’infanzia e una della scuola primaria che sono risultati positivi al Covid-19 e genitori hanno detto che in questo modo non intendono più mandare i bambini a scuola. Non è possibile a distanza di un giorno all’altro avere nuovi contagi e la volontà era unanime di sospendere cioè di nuovo l’attività scolastica al fine di bloccare la diffusione del contagio”.

E ancora: “Valuterò con le famiglie che hanno particolari esigenze in cui lavorano entrambi i familiari, penseremo noi come amministrazione comunale a dare un’assistenza a questi bambini. Abbiamo ventiquattro giovani del servizio civile che possono che possono assolvere egregiamente a questo compito”.
Per le famiglie che avranno difficoltà a causa dell’avvio della didattica a distanza, come amministrazione comunale metteremo a disposizione dei locali agli alunni con del personale che li segue durante la lezione. Il mio intento non è quello di chiudere per tanti giorni l’attività didattica”.

Mentre la seconda ondata si sta dimostrando particolarmente aggressiva e difficile da gestire, ci sono sindaci siciliani come quello di Raffadali che della gestione dell’emergenza sanitaria ne sta facendo una missione.
Ha chiuso tutte le vie e piazze dove si possono verificare assembramenti, ha predisposto tre volte a settimana la sanificazione di tutto il territorio comunale e cinque volte a settimana la sanificazione delle strade dove risiedono i cittadini positivi, drive in due volte a settimana per dare risposte immediate ai cittadini che temono di essere stati contagiati o anche a solo scopo precauzionale.

Ha inoltre sottoscritto un accordo con la CNA di Raffadali che autorizza a chiedere a tutti gli iscritti la possibilità di fare una donazione al fine di acquistare più tamponi possibili.
Ma Cuffaro ha anche chiesto aiuto agli imprenditori locali che hanno dato risposte immediate.

“Devo ringraziare alcuni imprenditori di Raffadali – spiega il sindaco – per averci fornito gratuitamente dei tamponi istantanei.
Non sappiamo quanti tamponi ci serviranno, poiché si è all’inizio della seconda ondata”.

E infine: “Sono molto polemico sulle scelte fatte dalla politica nazionale. Avrei gradito che si facesse un lockdown nel mese di novembre e ripartire poi a dicembre in modo da rimettere in moto l’economia nel periodo di Natale dove vengono fatti più acquisti.
Credo che queste misure non siano efficaci ai fini del contrasto del contagio. Ognuno si assume le responsabilità delle proprie scelte e alla fine saranno gli elettori a valutare”.

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