Avrebbero segregato in casa il nipote disabile di 33 anni, di cui erano tutori, legandolo al letto con una catena alla caviglia e picchiandolo. Il Gup li ha condannato Angelo e Andreina Vinci, rispettivamente zio e zia del ragazzo, a sei anni, e sei anni e due mesi.

Il giovane tenuto segregato in casa

I coniugi vennero arrestati il 26 ottobre del 2019 a Naro perché all’interno della loro abitazione, a pochi passi dal Duomo, tenevano legato a letto con una catena il loro nipote disabile, a cui avrebbero dovuto fare da tutori. Il trentenne, secondo quanto ipotizzato, sarebbe stato ripetutamente percosso e umiliato dagli zii tutori. Accuse che gli stessi imputati hanno ammesso in aula provando a giustificarsi. Il blitz partì dopo una segnalazione anonima alle forze dell’ordine.

Tra i reati contestato il peculato

“Le sue condizioni psichiatriche si erano aggravate – hanno detto in un’udienza del processo – ed era diventato impossibile gestirlo. Abbiamo anche chiesto aiuto ai servizi sociali ma non abbiamo avuto alcuna risposta”. Alle accuse di maltrattamenti e sequestro di persona, per le quali sono stati arrestati, il pubblico ministero Gloria Andreoli ne ha aggiunta un’altra in un secondo momento, ovvero quella di peculato.

Si sarebbero appropriati dei soldi del 33enne

I due tutori secondo quanto avrebbero accertato gli sviluppi dell’indagine, si sarebbero appropriati di circa 65 mila euro del ragazzo. Il pm aveva chiesto la condanna a 10 anni della donna, un anno in meno per lo zio. Il giudice ha stabilito pure una provvisionale di 30.000 euro ovvero un anticipo del risarcimento del danno, subito esecutivo. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio e dal sostituto Gloria Andreoli.