• Le vittime legate a una sedia con un secchio in testa, picchiate e riprese con i telefonini
  • Calci, pugni, bastonate e minacce di morte
  • 4 condanne ad Agrigento

Il gup di Agrigento ha condannato per i reati di tortura, sequestro di persona e violazione di domicilio, complessivamente a 31 anni di reclusione, quattro persone coinvolte in una indagine della Procura della Città dei Templi sui maltrattamenti subiti da alcuni disabili.

Le vittime a Licata

Le vittime, tutte di Licata, venivano malmenate, a volte legate a una sedia con un secchio in testa e picchiate. Calci, pugni, bastonate e minacce di morte filmati filmato con gli smartphone e diffusi in rete, sui social con post sfottenti.

I nomi dei condannati

La pena più alta è stata inflitta ad Antonio Casaccio (26enne condannato a 9 anni); a 8 anni è stato condannato Jason Lauria; e a 7 anni ciascuno Gianluca Sortino (23enne) e Angelo Sortino (36enne).

Il tribunale ha disposto anche il pagamento di una provvisionale, immediatamente esecutiva, in favore delle vittime di oltre 35 mila euro.

Una delle vittime legata e abbandonata per strada

Stando all’accusa, avrebbero picchiato tre giovani solo perché disabili. Una delle vittime sarebbe stata pestata con un bastone, legata con del nastro adesivo e abbandonata per strada fino a quando una donna di passaggio non lo ha liberato.

La ‘sfida’ su Tik Tok

La notizia delle torture, diffuse in rete, a tre disabili di Licata era arrivata a gennaio, nel giorno dei funerali di Antonella Sicomero, la bimba di 10 anni morta a Palermo durante una ‘sfida’ su Tik Tok.

Fatti che inducono senza dubbio a interrogarsi sulla funzione dei social network, dei pericoli insiti in questi strumenti di comunicazione che possono rivelarsi assai insidiosi, soprattutto se non usati responsabilmente. Dalla Lega siciliana era arrivata una proposta: prevedere nelle scuole almeno due ore di lezioni settimanali di educazione alla multimedialità.

 

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