371 migranti sulla nave di medici senza Frontiere, la Geo Barents, altri 234 sulla nave di Sos Mediterraneè, la Ocean Viking, e alcuni in mare già da nove giorni. Ricomincia a crescere la tensione e riparte il braccio di ferro fra l’Italia e le Ong che operano nel Mediterraneo. Niente assegnazioni di porti alle organizzazioni umanitarie ma intanto nelle ultime ore 21 sbarchi a Lampedusa e 8 salvataggi nel Mediterraneo.

L’appello di sos Mediterraneé

“Alcuni dei migranti sono in mare da 8 giorni. Quanto a lungo dovranno aspettare per un porto?”. Così Sos Mediterranee, spiegando che tra i 234 soccorsi dalla Ocean Viking c’è chi ha passato tre giorni a bordo di imbarcazioni precarie prima di venire salvato. Tra i naufraghi anche un bambino di pochi giorni. “Il livello di stress è alto. Devono sbarcare in un luogo sicuro”, chiedono gli operatori della ong francese.

Ieri la vicenda della Geo Barents con 371 persone a bordo

Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di MSF, ha effettuato un nuovo salvataggio. 103 persone, tra loro 22 bambini e un uomo con una gamba rotta, sono state tratte in salvo da una barca di legno in difficoltà in acque internazionali. Attualmente a bordo ci sono 371 persone soccorse in 5 distinte operazioni di salvataggio.

Tra i sopravvissuti, 3 donne incinte e 55 minori, il più piccolo ha solo 11 mesi.

Oltre mille migranti a Lampedusa

Intanto continua l’emergenza migranti a Lampedusa dove si trovano 958 persone ospitate all’hotspot di contrada Imbriacola. 21 sbarchi da giovedì fino alla notte appena trascorsa. Gli arrivi degli ultimi due giorni sono stati compensati dai trasferimenti ma non si riesce a svuotare il centro che ospite sempre quasi un migliaio di persone, ben oltre la sua capienza massima.

Hotspot affollato nonostante le partenze

Le prime 450 persone trasferite in realtà non hanno lasciato quelle latitudini. Sono state imbarcate sul traghetto Novelli noleggiato per far da nave umanitaria, ma la struttura di prima accoglienza resta ancora sovraffollata rispetto alla capienza massima prevista.

L’appello inascoltato da due giorni

“Chiedo alle Istituzioni di essere vicine al nostro territorio, di aiutarci perché Lampedusa non può essere lasciata sola ad affrontare un problema che ormai sta assumendo proporzioni epocali”. A dirlo il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino. Il primo cittadino rimane inascoltato da 72 ore ma i suoi appelli erano iniziati già dallo scorso venerdì, dieci giorni fa. “Lo Stato si attivi immediatamente con trasferimenti dei migranti che si trovano dentro l’hotspot”, dice il primo cittadino. Il mare piatto e le condizioni meteo favorevoli lasciano presagire che gli approdi sulla più grande delle Pelagie continueranno. “La situazione potrebbe complicarsi ulteriormente”.

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