Ben 99 rinvii a giudizio nella maxi inchiesta sul presunto “diplomificio” di Agrigento che si chiude con molte posizioni prescritte. Per tre imputate è stato deciso il non luogo a procedere, per altri 99, quindi, è stato disposto il rinvio a giudizio. Lo ha deciso il gup del tribunale di Agrigento, che ha emesso le decisioni a conclusione dell’udienza preliminare, iniziata nell’ottobre dell’anno scorso.

Diplomi venduti senza seguire le lezioni

Secondo quanto sostengono i pm, i diplomi sarebbero stati venduti senza neppure sostenere una lezione. Ciò sarebbe stato possibile grazie alla falsificazione di alcuni documenti che attestavano il regolare percorso scolastico. A processo, come si legge sul Giornale di Sicilia, vi saranno dirigenti scolastici, insegnanti e personale amministrativo di alcuni istituti paritari di Canicattì, Licata e delle province di Catania e Ragusa oltre a tre istituti in qualità di persone giuridiche e alcuni studenti che avrebbero beneficiato dei diplomi irregolari usando poi il titolo per iscriversi all’università.

L’inchiesta nel 2014

Il procedimento nasce da un’inchiesta sui diplomi “venduti” attraverso la falsificazione di documenti che attestavano il regolare percorso scolastico dei candidati. L’indagine è stata avviata nel 2014 e si è allargata anche alle province di Catania e Ragusa dove il “diplomificio” avrebbe avuto delle ramificazioni. Le accuse contestate dal pm Paola Vetro e dal procuratore capo Luigi Patronaggio, che hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio, sono di associazione a delinquere, falso e abuso di ufficio. I pm ipotizzano che l’organizzazione avrebbe regalato il diploma a parenti, amici e conoscenti ai quali serviva per potersi iscrivere all’università.

Tra i presunti promotori l’ex deputato regionale Gaetano Cani

Uno dei presunti promotori dell’associazione sarebbe stato l’ex deputato regionale Gaetano Cani, di Canicattì, responsabile del centro studi «D’Annunzio», al quale, negli anni scorsi, nelle battute iniziali delle indagini, furono sequestrati 300 mila euro in contanti, nascosti in una scatola di scarpe. Nella lista anche quattro istituti in qualità di persone giuridiche: Mondo Scuola Srl di Licata; Ge.Is. Gest. Ist. Scol. Srl di Canicattì e Centro d’istruzione Gabriele D’Annunzio di Ispica.