L’emergenza migranti in Sicilia non ha tregua, tra arresti e continui sbarchi sulle coste anche in questo fine settimana. Una prima operazione si è sviluppata culminata con le manette scattati ai polsi di stranieri tornati in Sicilia nonostante non potessero. Quattro tunisini sono stati arrestati, dai poliziotti della squadra mobile di Agrigento, perché ritornati a Lampedusa nonostante l’espulsione o il decreto di respingimento del questore. Uno, bloccato a Porto Empedocle, aveva a suo carico un decreto di respingimento dello scorso 9 settembre. Gli altri tre, arrestati invece a Lampedusa, erano stati espulsi. Su disposizione del pubblico ministero di turno, gli indagati sono finiti ai domiciliari nell’hotspot di Lampedusa e nella tensostruttura di Porto Empedocle.

Ancora sbarchi nella notte

Altra notte di sbarchi a Lampedusa dove, dopo il soccorso di 8 barchini, sono approdati complessivamente 287 migranti. Ieri, in 24 ore, con 28 imbarcazioni, ne erano arrivati 1.149. Tre i trasbordi, fatti in mare aperto, dalla nave Ong Geo Barents. Dopo il salvataggio ha affidato ai militari della motovedetta della guardia costiera 45, 26 e 45 sedicenti ivoriani, gambiani, malesi, nigeriani, palestinesi e sudanesi.

All’alba ancora approdi

All’alba, la motovedetta della guardia di finanza ha bloccato, direttamente nelle acque del porto, un barchino di 5 metri. A bordo 28 tunisini, di cui 4 donne e un minore. E lo stesso era accaduto poco dopo le 2,30 quando è stato agganciato un peschereccio di 10 metri con 62 migranti originari di Eritrea, Siria, Sudan, Egitto e India. Sui natanti agganciati, durante la notte, c’erano da un minimo di 10 a un massimo di 62 persone.  Stando alle dichiarazioni dei migranti, le barche sono salpate da Sfax, Djerba e Kerkenna in Tunisia. Altre due, con a bordo 31 e 62 persone, anche da Zuwara in Libia. Tutti i gruppi sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove hanno subito preso il via le procedure di pre-identificazione e fotosegnalamento.

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