Il milione di euro stanziato dal governo regionale potrà essere usato per coprire le spese dei funerali della tragica esplosione avvenuta a Ravanusa, nell’agrigentino. A giorni i fondi saranno accreditati, nel frattempo il sindaco è stato invitato ad anticipare le somme che saranno rifuse a stretto giro di posta. Rassicurazioni che arrivano dal  capo della Protezione civile della Regione Siciliana, Salvo Cocina, intervenuto in seguito alle polemiche innescate dall’avvocato Salvatore Loggia, legale che sta seguendo alcuni familiari delle vittime. Loggia aveva parlato di costi per 10 mila euro a vittima (9 in tutto più il bambino in grembo di una delle donne morte nell’esplosione) che non sono mai stati concordati con le onoranze funebri il cui conto è stato recapitato ai familiari.

I fondi accreditati “a giorni”

“La presidenza della Regione Siciliana – ha voluto precisare Cocina – ha già disposto da diverse settimane, per il tramite del dipartimento della Protezione civile regionale,  un contributo di un milione di euro a favore del Comune di Ravanusa, che si aggiunge al milione destinato dall’Ars, su proposta della deputata locale Savarino, in sede di variazione di bilancio, prima di Natale. La risorsa è destinata alla copertura delle spese connesse all’emergenza conseguente la tragedia. Con tali fondi, che saranno accreditati nei prossimi giorni subito dopo le procedure contabili, è possibile far fronte anche alle spese per il funerale. Il Comune può quindi, se lo ritiene, procedere ad anticipare o assumere formale impegno con i creditori”.

Le polemiche innescate ieri

Il costo non è mai stato trattato tra i parenti e i titolari delle onoranze funebri” aveva tuonato l’avvocato, confermando la notizia anticipata dal Tg2, rivelando che i familiari delle vittime dello scoppio della rete del gas di Ravanusa dovranno pagare il conto, o lo hanno già fatto, alle onoranze funebri. I soldi sono stati anticipati per alcune vittime dallo studio legale che segue i parenti nella vicenda giudiziaria, per altri dalla ditta del Nord dove lavora un familiare, mentre altri parenti devono ancora pagare. “Le istituzioni, l’Italgas, nessuno ha ritenuto opportuno occuparsi di questa vicenda drammatica che ha costernato l’intero Paese” aveva detto il legale.

Il sindaco: “Non volevamo che pagassero le famiglie”

Il sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo, sostiene che il Comune fin dall’inizio è stato tenuto al di fuori dalla “vicenda”. “Dei funerali si sono occupati i titolari di due onoranze funebri del paese – spiega il primo cittadino -. Abbiamo chiesto all’inizio: chi paga? E loro ci hanno risposto: ce la sbrighiamo noi con le famiglie. Noi non volevano che pagassero le famiglie ma ci hanno tirato fuori. Poi abbiamo saputo che alcuni funerali sono stati pagati dalle assicurazioni dell’ufficio legale di qualche familiare, dalla ditta di un altro. Noi eravamo e siamo disponibili a dare un contributo. Naturalmente la cifra di partenza non può essere diecimila euro: un funerale costa circa un terzo”.

Le vittime

A perdere la vita sotto le macerie sono stati Pietro Carmina, 68 anni, professore di storia e filosofia amatissimo dai suoi studenti, la moglie Carmela Scibetta, dirigente a capo degli Affari sociali, 60 anni; Maria Crescenza Zagarrio, 69 anni; Calogera Gioacchina Minacori, 59 anni; l’infermiera Selene Pagliarello, 30 anni, incinta di Samuele per il quale è stato posto un fiocco azzurro sulla bara; il marito Giuseppe Carmina, 35; Angelo Carmina 72 anni; Giuseppe e Calogero Carmina, padre e figlio di 60 e 33 anni, gli ultimi due dispersi trovati sotto le macerie del garage della villetta di via Trilussa. Sono 40 gli edifici interessati dallo scoppio di metano che ha coinvolto un’area di 10mila metri quadrati.

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