Dopo un sopralluogo di una decina di minuti all’hotspot per i migranti di Lampedusa, la visita istituzionale sull’isola della premier Giorgia Meloni e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è proseguita al molo di Favaloro, dove arrivano ogni giorno diverse imbarcazioni provenienti dal Nord Africa.
Al molo di Favaloro si sono soffermate davanti alle decine di barchini ormeggiati davanti alla banchina, su cui nelle ultime settimane sono arrivate centinaia di migranti.
Il ‘cimitero dei barchini’, viene chiamata questa distesa di imbarcazioni di legno o alluminio. Con il sindaco dell’isola Filippo Mannino impegnato a New York all’Onu, è stato il suo vice, Attilio Lucia, a raccontare la situazione del molo a Meloni, von der Leyen, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e alla commissaria europea per gli Affari interni Ylva Johansson.
Meloni: “Stiamo facendo il possibile, ci metto la faccia”
“Stiamo facendo il possibile”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha cercato di rassicurare un gruppo di cittadini di Lampedusa che hanno sbarrato la strada al convoglio di auto con a bordo anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, nel tragitto dall’aeroporto all’hotspot.
“Come sempre io ci metto la faccia”, ha detto Meloni. Le decine di manifestanti minacciavano di non liberare la carreggiata senza un colloquio con le autorità. Sono scesi dalle auto anche von der Leyen e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Dopo qualche momento di tensione e il colloquio, i cittadini hanno ringraziato le autorità e sgomberato la strada.
L’incontro tra il questore e i manifestanti con la camomilla
Il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, accompagnato dal neo comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Nicola De Tullio, ha incontrato nella piazza antistante alla chiesa di San Gerlando, un centinaio dei lampedusani che protestano contro la creazione di una tendopoli nell’ex base Loran e chiedono che Lampedusa venga bypassata per gli sbarchi di migranti. Decine gli isolani che avevano appese al collo, o per le mani, delle bustine di camomilla perché ieri, quando la conversazione telefonica fra il questore Ricifari e uno dei manifestanti ,Giacomo Sferlazzo, si era accesa, per stemperare, era stato concordato l’incontro “per prendere una camomilla assieme”.
L’incontro fra il questore di Agrigento e i lampedusani è durato una manciata di minuti e si è concluso con un isolano che gridava “buffoni” alle spalle delle autorità. Il lampedusano esagitato è stato subito bloccato, e allontanato dalla piazza, da Giacomo Sferlazzo, del movimento politico-sociale Mediterraneo Pelagie, che ha richiamato tutti:
“Calma e lucidità, gli altri devono perdere la calma, noi abbiamo la camomilla”. Il questore è stato chiaro: “Davanti ai giornalisti non parlo”.
“Il vento è cambiato”
“Il vento è cambiato, pretendiamo che chiunque venga a Lampedusa deve passare dalla piazza ci saluta – ha detto, megafono in mano, Sferlazzo – e ci deve dire: state tranquilli perché stiamo lavorando per la vostra pace e per garantire i diritti dei
migranti. Fino a quando non fanno così è meglio che non vengono a Lampedusa”. I lampedusani attenderanno fino alle ore 10 un
invito all’incontro con la Meloni. E se non arriverà “inviterò tutti – ha annunciato Sferlazzo – ad andare in aeroporto per manifestare e protestare. Vogliamo il dialogo”
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