“Crapanzano 6 morto”, “Crapanzano ti sparo”. Queste le scritte, intermezzate da tre croci, realizzate con bomboletta spray di colore rosso che sono comparse sul portone d’ingresso dell’area Salute mentale dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata. Minacce rivolte al primario di Psichiatria su cui hanno già avviato le indagini i poliziotti del commissariato cittadino. Tuttavia, non ci sono telecamere di videosorveglianza poste a presidio dell’area dove c’è il portone d’ingresso.
La solidarietà dell’ordine dei Medici agrigentino
Arriva la solidarietà dell’ordine dei medici agrigentini. “Non ci abitueremo mai a episodi di questo genere che condanniamo con tutte le nostre forze. Le scritte – ha detto Santo Pitruzzella, presidente dell’Ordine dei medici di Agrigento – hanno il sapore amaro della violenza che si esplica con l’intimidazione. L’Ordine è a fianco del professionista”.
Intimidazioni a Priolo, locali e auto bruciati
E’ emergenza sicurezza a Priolo stando a quanto segnalato dal sindaco, Pippo Gianni, che ha chiesto un incontro al prefetto di Siracusa, appena insediatosi. Sono soprattutto le intimidazioni a destare preoccupazione, tra cui le ultime due: la prima, culminata con il danneggiamento causato da un rogo al punto ristoro nella zona della Pineta gestito da un ex assessore comunale di Priolo, il secondo, avvenuto nelle ore scorse, con l’incendio alla titolare di un pub. A questi episodi, vanno aggiunti alcuni furti che stanno minando la serenità dei residenti.
Il sindaco di Priolo fa sapere di aver telefonato al prefetto, Raffaella Moscarella, ed ha espresso vicinanza e solidarietà alle famiglie colpite, oltre a condannare questa catena di eventi. “Durante l’incontro – sottolinea il sindaco Gianni – chiederò al Prefetto di elevare il livello di sicurezza e rafforzare le misure di monitoraggio e controllo sul nostro territorio. Da parte nostra c’è la massima disponibilità a collaborare, per attuare azioni coordinate che possano fronteggiare gli episodi di microcriminalità e di degrado ai quali assistiamo”.
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