E’ stato archiviato il procedimento disciplinare nei confronti di Gaetano Migliazzo, direttore sanitario dell’ospedale San Giovanni Di Dio ad Agrigento. Le contestazioni al medico erano scattate dopo l’ispezione dei carabinieri del Nas di quest’anno che hanno fatto emergere diverse criticità sulla situazione sanitaria, assistenziale e strutturale del pronto soccorso. Il direttore assistito dagli avvocati Girolamo Rubino, Mario La Loggia e Giuseppe Impiduglia ha respinto le accuse.

Il sovraffollamento del pronto soccorso

I legali hanno dimostrato come il sovraffollamento del pronto soccorso, il mancato funzionamento del servizio triage e la mancanza e inidoneità dei percorsi interni all’area di emergenza esulano dalla responsabilità del direttore sanitario del presidio ospedaliero.

Il dottore Migliazzo, sia prima del controllo effettuato dai Nas, che successivamente, si era sempre adoperato per il corretto funzionamento e per il soddisfacimento delle esigenze mediche, sanitarie e dell’utenza del pronto soccorso e dell’intero ospedale di Agrigento. L’ufficio competente per i procedimenti disciplinari ha archiviato il procedimento senza irrogare alcuna sanzione al medico alla luce che nessuna delle criticità contestate può imputarsi alla sua responsabilità.

I controlli Nas

Ci sono medici e infermieri denunciati a Palermo, ad Agrigento e a Catania. I controlli dei Nas sulle liste d’attesa in tutta Italia scoprono un sistema irregolare che si pensa servisse a dirottare i pazienti dal sistema sanitario pubblico al sistema dell’intramoenia ovvero alle visite a pagamento negli stessi ospedali pubblici con lo stesso medico. Ma quello che è drammaticamente certo è che molti rinunciavano addirittura alle visite.

Liste bloccate con stratagemmi irregolari

Le liste d’attesa veniva “bloccate” o quantomeno l’esecuzione di visite ed esami clinici rallentati ad arte per spingere i pazienti a richiedere proprio visite intramoenia a pagamento. Le  agende di prenotazione di alcuno ospedali pubblici venivano gestite in maniera quasi privatistica su registri cartacei. Ci sono anche casi siciliani nell’indagine dei carabinieri del Nas che hanno denunciato 26 persone in tutta Italia, tra medici e infermieri, dopo verifiche sulla gestione di 3.884.

Le liste d’attesa gestite in m odo irregolare e “bloccate” erano ben 195 su tutto il territorio nazionale. Solo palermo e Trapani sono state scoperte ben 23 distinte unità operative ambulatoriali che presentavano la sospensione delle prenotazioni per l’erogazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali ovvero le così dette liste chiuse.

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