Un nuovo prelievo multiorgano, il terzo in poco più di un mese, è stato eseguito all'ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento. Nelle scorse ore sono stati, prelevati da un uomo agrigentino, S. C., di 45 anni - deceduto inseguito ad una emorragia cerebrale - cuore, polmoni, fegato, reni e cornee.
L'ospedale avvisa la famiglia del decesso del loro congiunto ma all'arrivo del carro funebre l'uomo è vivo. Non si tratta del miracolo di Natale 2020 ma di un paradossale quanto drammatico errore di persona
"I dispositivi di protezione individuale più complessi, destinati al personale a contatto con pazienti Covid o del Pronto Soccorso, al San Giovanni di Dio sono insufficienti, al punto che non possono essere sostituiti prima delle 7 ore” denuncia Firetto
di
Vanessa Chiapparo
parla il commissario straordinario dell'asp di agrigento mario zappia
Fine quarantena significa guarigione e ritorno alla vita più o meno quotidiana, ma per alcuni agrigentini – e non solo - invece di una meta di liberazione, rappresenta un incubo. Come raccontano alcuni lettori, esasperati, perché da giorni provano a contattare l’Asp senza risposta.
“Voglio fare un appello all’Asp – spiega Cuffaro sui social - affinché, riunisca il Comitato Bioetico per attivare immediatamente la procedura di raccolta del plasma iperimmune in modo tale da autorizzare ad Agrigento la somministrazione sui pazienti di questa cura”.
Il pm di Agrigento, Chiara Bisso, ha iscritto, come atto dovuto, sul registro degli indagati i sanitari del Barone Lombardo di Canicattì e del San Giovanni di Dio di Agrigento che hanno avuto in cura una donna di 69 anni di Canicattì (Ag) morta lo scorso 12 marzo dopo essere stata in coma alcuni giorni dopo un intervento alla colecisti.