All’alba, su un natante di 6 metri, sono stati soccorsi a largo di Lampedusa 38 migranti (tra i quali 12 donne e 2 minori) dalla Guardia di finanza. Sono 1.046 i migranti che, con 25 barchini, sono giunti durante la giornata, ieri, sull’isola. All’hotspot di contrada Imbriacola, nonostante la raffica di trasferimenti disposti dalla Prefettura di Agrigento, ci sono 1.450 persone, a fronte di neanche 400 posti.
L’appello dell’arcivescovo di Agrigento sul fenomeno migratorio nel Mediterraneo
Oggi, l’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, alla luce degli sbarchi di persone migranti sulle coste dell’isola di Lampedusa e sulla loro accoglienza nell’hotspot isolano, ha lanciato un appello sul fenomeno migratorio nel Mediterraneo.
Papa Francesco: “Migrazioni elemento fondante del futuro del mondo”
L’appello è preceduto da uno stralcio dell’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”, nel quale si legge: “Le migrazioni costituiranno un elemento fondante del futuro del mondo. Ma oggi esse risentono di una perdita di quel senso della responsabilità fraterna, su cui si basa ogni società civile. L’Europa, ad esempio, rischia seriamente di andare per questa strada”.
“Le migrazioni più che essere bloccate siano governate”
Dice l’arcivescovo di Agrigento: “Le nuove ondate di sbarchi di migranti sulle coste lampedusane richiedono con urgenza che le migrazioni, più che essere bloccate, siano governate. Sarebbe ingenuo continuare a considerarle come un fenomeno emergenziale, senza considerare che costituiscono ormai un dato fisiologico e strutturale”.
“Politiche ambigue e altalenanti”
“Negli ultimi 20 anni Lampedusa e Linosa, con la loro capacità di accoglienza, hanno garantito un approdo sicuro a uomini e donne in cerca di salvezza, nonostante politiche spesso ambigue e altalenanti. Ma ora non è più così.
Pur consapevoli che è difficile e riduttivo riassumere in poche righe eventi che ledono la dignità di migliaia di persone e meriterebbero descrizioni più accurate, va evidenziata brevemente l’attuale situazione”.
L’arcivescovo delinea poi una serie di considerazioni.
L’analisi dell’arcivescovo
“Le favorevoli condizioni meteorologiche marine nel Mediterraneo centrale (l’unico reale pull factor) hanno spinto migliaia di persone a intraprendere in questi mesi il viaggio dalle coste settentrionali dell’Africa verso l’Europa; la strategia di allontanare le navi della flotta civile umanitaria dal Mediterraneo al fine di non intasare i porti del sud Italia – com’era prevedibile – ha costretto Guardia Costiera e Guardia di Finanza a condurre a Lampedusa la quasi totalità dei naufraghi salvati; i trasferimenti con navi dedicate – che negli ultimi due anni avevano in gran parte garantito ai salvati brevi periodi di permanenza e diminuito notevolmente i periodi di sovraffollamento dell’hotspot – risultano adesso totalmente inadeguati; malgrado sull’isola, da oltre 20 anni, esistano strutture destinate all’accoglienza delle persone migranti, non era mai accaduto che nel giro di soli due mesi ben 3 persone (e tra questi un neonato) morissero al loro interno; l’ormai quasi fisiologico sovraffollamento rende inadeguato l’hotspot al suo uso e costringe i suoi ospiti a condizioni di vita disumane, senza considerare che la costrizione in uno spazio angusto lascia presagire la reiterazione di eventi violenti con grave rischio per ospiti e operatori”.
“Servono scelte politiche coraggiose”
Prosegue Damiano: “A fronte di questa situazione il sostanziale silenzio delle istituzioni politiche di governo e di opposizione, malgrado l’efficace copertura mediatica dei recenti accadimenti, aumenta notevolmente la preoccupazione che tutto si ripeta secondo lo schema ormai ciclicamente registrato e, quindi, prevedibile.
In questo scenario riteniamo urgente e necessario porre in essere scelte politiche coraggiose che possano portare a un definitivo cambio di rotta.
Le proposte dell’arcivescovo
L’arcivescovo di Agrigento conclude con alcune proposte: “Proponiamo, in particolare, di: aprire immediatamente canali legali di ingresso in Europa che consentano alle persone di intraprendere viaggi sicuri e legali, come già sperimentato grazie alla prassi dei “corridoi umanitari”, ma anche favorendo il rilascio di visti regolari; limitare unicamente ai soggetti particolarmente vulnerabili l’accoglienza sull’Isola di Lampedusa; destinare risorse consistenti alla cooperazione internazionale per favorire lo sviluppo politico, sociale ed economico dei paesi di provenienza e rendere la scelta di migrare realmente libera; sospendere qualsiasi accordo in materia di migrazioni con paesi governati da dittature e/o che non rispettino i diritti umani.
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