Si apre lo scontro in campagna elettorale sulla creazione in Italia di centrali nucleari per risolvere il problema della fornitura di energia elettrica di cui l’Italia è in parte dipendente dagli stati esteri. Una centrale nucleare, secondo quanto sostenuto da Europa Verde, potrebbe nascere anche in Sicilia, il sito prescelto sarebbe a Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento. Sono 14 i siti, da Nord a Sud, Sardegna e Sicilia comprese, dove l’Alleanza Verdi e Sinistra sostiene che “Calenda, Berlusconi, Salvini e Meloni con molta probabilità realizzeranno le loro centrali nucleari”.

Un piano da quasi mezzo miliardo

“Il piano delle 7 centrali nucleari da 40 GW di Calenda costa tra i 275 e i 400 miliardi di euro”. Lo ha sostenuto Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa verde, durante la presentazione la lista elettorale di Si-Ev a Roma, illustrando la ‘mappa’ dove secondo loro il centrodestra e il leader di Azione, Carlo Calenda, intendono costruire centrali nucleari.

Lo scontro su sicurezza e costi

“Calenda e Salvini non dicono agli italiani dove prenderanno i soldi per realizzare le loro centrali nucleari. Chi pagherà la gestione delle scorie nucleari e dove realizzeranno le centrali, nonché il deposito di scorie?”, la domanda sollevata da Bonelli, che sottolinea come “in Francia il nucleare è totalmente a carico dello Stato”, e cita “uno studio della danese Aarhus University sui rischi di progetto delle varie tecnologie per la produzione elettrica: il nucleare è un vero disastro in quanto a costi che lievitano e a ritardi. Dei 180 impianti nucleari censiti dallo studio, per 117,6 GW di potenza, a fronte d’investimenti iniziali per 459 miliardi di dollari si sono avuti sforamenti per 231 miliardi e per 9 centrali su 10 si è speso più di quanto preventivato”.

Nucleare bocciato dal referendum

Bonelli ha quindi garantito l’impegno a lavorare “per proporre soluzioni più sicure, economiche e rapidamente realizzabili contro quella folle idea di riportare il nucleare in Italia, energia costosa e pericolosa che è stata bocciata con due referendum”.

La promessa di Salvini sul nucleare

Nei giorni scorsi in effetti, Matteo Salvini, leader della Lega, ha aperto all’energia nucleare in Italia. L’ex vicepremier ha detto: “L’unico modo per arrivare a pagare meno la bolletta della luce è riprendere il treno del futuro, del progresso, della scienza e l’Italia è l’unico dei grandi Paesi al mondo che dice no al nucleare per ideologia”. I numeri “dicono che il nucleare di ultima generazione è la forma di energia più pulita – perché non produce neanche scorie – e più sicura dal punto di vista degli incidenti sul lavoro e per i cittadini”. Salvini ha spiegato che, dalla posa della prima pietra fino alla completa realizzazione delle strutture occorrono sette anni, quindi, “se mai si comincia, mai si arriva”. Poi, la promessa: “Se vinciamo le elezioni, dal primo gennaio 2023 nell’arco di sette anni potremmo produrre energia a minor costo rispetto a quella di oggi. In Europa ce ne sono più di 100 operative, 50 solo in Francia”.