Prende sempre più corpo l’ipotesi che l’agenda rossa di Paolo Borsellino sia finita nelle mani dell’allora capo della squadra mobile della questura di Palermo, Arnaldo La Barbera. In qualche modo la pista si è rafforzata dopo l’udienza che si è tenuta ieri al tribunale di Caltanissetta sul depistaggio delle indagini su via D’Amelio. A deporre chiamato il procuratore generale Maurizio Bonaccorso. Ha effettivamente confermato che ci sarebbero stati 5 agenti di polizia che sarebbero stati testimoni di questo “passaggio” dell’agenda rossa da una mano all’altra.

“Chiariti punti su quel che accadde”

Bonaccorso ha sostenuto ieri che i cinque poliziotti si sarebbero recati nel luogo della strage di via D’Amelio nel 1992 in cui perse la vita Borsellino. Il Pg ha evidenziato che sarebbero stati chiariti alcuni aspetti su quel che accadde con la borsa del magistrato ucciso dalla mafia. In quella borsa ci sarebbe stata per l’appunto la famosa agenda rossa, quella in cui Borsellino appuntava nomi e numeri di telefono dei suoi spunti investigativi. Agenda che,dopo vari passaggi dalle mani di un poliziotto dopo l’altro sarebbero poi finiti in mano a La Barbera.

Le perquisizioni dei giorni scorsi

Perquisite nei giorni scorsi le abitazioni della moglie e dalla figlia, fra Roma e Verona, dell’ex capo Arnaldo La Barbera. A disporre questo la Procura di Caltanissetta nell’ambito dell’inchiesta sulla strage di via D’Amelio e la scomparsa dell’agenda rossa di Paolo Borsellino. Il decreto, secondo quanto si è appreso, eseguito lo scorso settembre. Fu emesso dopo che una persona molto amica della famiglia La Barbera avrebbe detto di avere saputo che l’agenda rossa sarebbe stata in possesso prima dell’ex capo della squadra mobile di Palermo, poi della sua famiglia.

I motivi del testimone

Il testimone, la cui dichiarazione arriva a 31 anni dalla strage, ha spiegato essersi deciso a parlare adesso sull’onda emotiva sollevata da interventi sul tema. Nel contempo ha precisato di non avere mai visto l’agenda rossa. Nel corso delle perquisizioni, come chiarito, nessuna traccia dell’agenda rossa. Durante l’esecuzione del decreto acquisiti dei documenti riferibili ad Arnaldo La Barbera, morto nel 2002 dopo avere avuto una grave malattia.

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