Avrebbero ceduto società a prestanome per evitare l’applicazione di misure patrimoniali come il sequestrodi beni. Sono le accuse mosse dalla Guardia di finanza a tre gelesi che sono finiti nel mirino di una inchiesta riguardanyte proprio il loro patrimonio commerciale, reale o fittizziamente intestato.

L’operazione

I militari del Gruppo di Gela della Guardia di Finanza, in forza di un provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Gela, stanno eseguendo una misura cautelare personale e due sanzioni interdittive, per concorso nel reato di trasferimento fraudolento di valori e per aver attribuito fittiziamente la titolarità di due società commerciali a dei prestanome, al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniali.

Il sequestro

Contestualmente si sta eseguendo un sequestro preventivo diretto di due società, entrambe con sede a Gela (CL), che operano nel commercio di prodotti ortofrutticoli.

I dettagli dell’operazione si conosceranno solo dopo che tutti i provveidmentis arannos tati eseguiti e notificati.

Operazione precedenti riguardanti altre vicende

Non si tratta certamente della prima operazione di questa natura in quel di Gela. Un paio d’anni fa sempre la Guardia di Finanza aveva portato a temrine un’altra operazione per una presunta maxi evasione. In quella occasione finanzieri del Comando Provinciale di Caltanissetta, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Gela, su richiesta della locale Procura, avevano sequestrato beni per circa 380 mila euro a un imprenditore titolare di una società che opera su tutto il territorio nazionale nel settore dell’isolamento termico ed acustico. indagato per frode fiscale.

Secondo l’accusa avrebbe evaso tasse, tra il 2012 e il 2015, per oltre 6milioni di euro attraverso l’utilizzo di fatture false, costi inesistenti. Il provvedimento cautelare è stato eseguito da militari del nucleo di Polizia economico finanziaria di Caltanissetta, che hanno sequestratoGela, oltre a conti correnti dell’indagato e della società, un’autovettura e un edificio a Gela, con appartamenti e locali commerciali.

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