Sono 11 gli arrestati dai carabinieri di Gela, tutti condotti in carcere, per la rissa di ieri sera culminata in una sparatoria. Oltre al 34enne di Gela, Paolo Quinto di Giacomo – che è stato arrestato per tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco clandestina – altre dieci persone sono state arrestate per rissa aggravata.

La rissa, che ha visto contrapporsi un gruppo di licatesi e un gruppo di gelesi, sarebbe scaturita in seguito alle avances a una delle ragazze presenti nello spazio antistante il Gb Oil. Ad un certo punto i presenti avrebbero cominciato a colpirsi e una delle ragazze è rimasta ferita. Sarebbe stata quest’ultima a chiamare il fratello, Paolo Quinto Di Giacomo, il quale è arrivato quando ormai polizia e carabinieri erano riusciti a riportare la calma. Una volta individuato chi aveva ferito la sorella l’uomo ha preso la pistola e ha sparato quattro colpi, uno dei quali ha raggiunto un licatese di 42 anni che si trova ricoverato all’ospedale Vittorio Emanuele in prognosi riservata. L’arma, una pistola cal. 7,65, con silenziatore e matricola abrasa, è stata sequestrata dai carabinieri.

Paolo Quinto Di Giacomo, 34 anni è il gelese che nella notte avrebbe sparato a un uomo di Licata ferendolo gravemente. E’ stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di tentativo di omicidio e porto abusivo di arma da fuoco, Di Giacomo, secondo la ricostruzione dei carabinieri, era stato chiamato dalla sorella al culmine di una rissa tra un gruppo di gelesi e uno di licatesi nell’area antistante il Gb Oil. Il 34enne, a quanto pare, ha prima raggiunto la sorella che, nel corso della rissa era anche rimasta ferita alla testa, per poi tornare in macchina e prendere la pistola.

Quando ormai poliziotti e carabinieri stavano ristabilendo la calma, l’uomo si è presentato con una calibro 7.65 e ha sparato sette colpi. Alcuni di questi hanno raggiunto all’addome un licatese che ora è in gravi condizioni. La pistola cal. 7,65 con silenziatore e matricola abrasa è stata sequestrata dai carabinieri. Proprio il fatto che l’uomo fosse in possesso di un’arma clandestina aggrava la sua posizione secondo la ricostruzione degli inquirenti

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