La Procura di Gela si accinge a iscrivere nel registro degli indagati, come atto dovuto, il proprietario del furgone Iveco 50, attrezzato per la vendita di polli allo spiedo e patatine fritte, a bordo del quale è deflagrato ieri il gas di una delle quattro bombole di gpl utilizzate, nel mercatino rionale di via Madonna del Rosario.
Una ventina le persone rimaste ferite dallo scoppio, dalle fiamme e dall’olio bollente, sei quelle ricoverate in codice rosso e prognosi riservata nei centri per grandi ustionati della Sicilia. Quattro al persone si trovano al Cannizzaro di Catania e due al Civico di Palermo. Le loro condizioni vengono definite stazionarie dai medici.
Tra i quattro pazienti portati a Catania ci sono il proprietario del camioncino, Claudio Catanese, e la sua aiutante, Melania Marretta, che ha ustioni su quasi metà della superficie corporea e una ferita a un occhio. A Palermo, è stato trasferito l’altro collaboratore di Catanese, un ragazzo di 14 anni, e una cliente all’ottavo mese di gravidanza, moglie di un carabiniere. Per lei stamani la bella notizia datale dai dottori che la creatura in grembo non ha subito conseguenze. La paziente ha riportato ustioni di primo, secondo e terzo grado al viso alle braccia al petto ma non è in pericolo di vita.
Una persona ustionata sarebbe ricoverata a Caltanissetta e una a Gela. Tutte le altre, compreso un ferito presentatosi all’ospedale di Licata, sono state medicate e dimesse. Le indagini di polizia e carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore, Ubaldo Di Leo, stanno cercando di appurare le cause del grave incidente che avrebbe potuto causare una strage. Stava per scoppiare, infatti, una seconda bombola che già si era deformata. Gli inquirenti sospettano anomalie sul tipo e sulla quantità di gas caricata da un ipotizzato mercato illegale parallelo. Saranno i periti incaricati dalla magistratura a stabilirlo.
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