Filippo Mosca resterà rinchiuso nel carcere di Porta Alba, a Costanza, in Romania. Per il giovane ventinovenne di Caltanissetta, recluso ormai da 10 mesi, dopo una condanna in primo grado a 8 anni e 3 mesi per traffico internazionale di sostanze stupefacenti, i giudici romeni hanno confermato le misure cautelari.

Lo riferisce all’Ansa la madre Ornella Matraxia. Stessa sorte per l’amico Luca Cammalleri e per la ragazza italiana italiana che si era fatta recapitare il pacco nell’albergo di Filippo Mosca, al cui interno, invece che cosmetici, la polizia ha trovato 150 grammi di droga.

L’appello della madre all’ambasciata ad inizio febbraio

Ornella Matraxia, la mamma di Filippo Mosca un 29enne di Caltanissetta ha rivolto un appello ad inizio febbraio. Il giovane è stato arrestato il 3 maggio del 2023 e da allora detenuto dopo essere stato condannato in primo grado a 8 anni e 3 mesi per traffico internazionale e nazionale di sostanze stupefacenti. Il processo d’appello sarà in aprile.

Vacanza diventata un incubo

Quella che doveva essere una vacanza si è trasformata in un incubo. Tutto è iniziato quando Filippo è partito, alla volta della Romania, insieme alla fidanzata e a numerosi altri ragazzi provenienti da diverse parti d’Italia e non, per prendere parte ad un festival internazionale di musica.

Il giorno prima del suo volo di ritorno, da Bucarest si è recato a Costanza, insieme alla sua ragazza, un altro amico e ad un’amica. Quest’ultima doveva ricevere un pacco da Barcellona e avrebbe chiesto di farlo recapitare in albergo visto che la consegna nel suo appartamento non era andata a buon fine.

“In caserma per 48 ore senza interprete”

“Filippo – spiegò la mamma – non aveva idea di cosa contenesse quel pacco. La polizia romena, nonostante fosse la ragazza l’intestataria della scatola che conteneva 150 grammi di droga tra marijuana, ketamina e Mdma, abbia con fermezza dichiarato di essere l’unica responsabile e che gli altri non erano a conoscenza del contenuto e abbia continuato a dichiararlo durante tutto il procedimento, hanno portato in caserma i quattro, sequestrandoli per 48 ore, senza averne l’autorizzazione, senza la presenza di un interprete italiano, registrato la loro conversazione e impedito loro di chiamare un avvocato”.