“Al pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano di Mazzarino ci sono spazi inadeguati, arredi e attrezzature vetuste, personale ridotto all’osso ed è a rischio la salute dei pazienti”: è la tragica situazione denunciata dal Nursind guidato nel Nisseno da Giuseppe Provinzano. Il sindacato degli infermieri ha chiesto al personale di “segnalare situazioni che potrebbero mettere a repentaglio la vita dei pazienti, e lo loro stessa professionalità, cosa che hanno dimostrato con la volontà e forza, per scrivere, segnalare situazioni di particolare gravità”.
La rabbia del personale infermieristico è cresciuta negli ultimi giorni. L’Asp di Caltanissetta, grazia e un protocollo d’intesa con la società del Credito Cooperativo Castelli e Iblei, ha avviato la ristrutturazione del pronto soccorso con un investimento da 500 mila euro. “Ben vengano le innovazioni strutturali e tecnologiche – dice Provinzano – ma i problemi sono arcinoti a tutti e attribuibili alla carenza cronica di personale Infermieristico e di supporto, rispetto alle effettive esigenze del reparto, e del numero di accessi al pronto soccorso”.
Il Nursind ha scritto una nota al direttore generale dell’Asp di Caltanissetta, al direttore medico del presidio ospedaliero Santo Stefano di Mazzarino, al direttore del reparto di Medicina e chirurgia d’accettazione e urgenza, spiegando quella che è una “grave situazione di disagio lavorativo nella quale il nosocomio versa già da diversi anni. Il numero attuale degli infermieri che ruotano nei turni delle 24 ore all’interno del reparto è di sette unità. Chiunque con un semplice calcolo riuscirebbe a capire che non è possibile garantire la presenza di due infermieri per ogni turno di servizio, sempre nelle 24 ore. Gli stessi infermieri del pronto soccorso si trovano spesse volte, specie nei giorni festivi e durante i turni notturni, a dover sopperire al servizio del centralino ospedaliero, in quanto tutte le chiamate vengono dirottate al telefono del pronto soccorso.
Il servizio di ambulanza, anche per i trasferimenti dei pazienti dai reparti del nosocomio verso altre strutture, viene effettuato dall’infermiere del pronto soccorso, con conseguente ulteriore carico di lavoro per il collega infermiere che resta da solo in servizio. La mancanza di una astanteria all’interno del nosocomio, con la conseguente problematica di “abbandonare” il paziente nel corridoio senza assistenza, a volte con terapie che necessiterebbero di un monitoraggio emodinamico. Analoga emergenza, ci è stato riferito, è riscontrabile per quanto riguarda gli ausiliari costretti a turni massacranti, tuttavia, a volte, insufficienti a coprire l’intero turno delle 24 ore. Appare assolutamente evidente come l’attuale organico, sia deficitario e insufficiente a garantire i livelli minimi di assistenza all’utenza. Dovrebbe essere chiaro che: laddove è più complesso operare dovrebbero esserci particolari attenzioni e condizioni strutturali, organizzative e lavorative”.
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