“Nessun inquinamento enll’aera di Gela“. E’ quanto emerge nella nota dell’Eni a commento della richiesta da parte della Procura della Repubblica di Gela di rinvio a giudizio di personale di Enimed e Raffineria di Gela nell’ambito di un procedimento penale sull’accertamento di responsabilità dello stato d’inquinamento delle matrici ambientali, suolo, sottosuolo e falda soggiacenti la Raffineria di Gela e l’area marina antistante lo stabilimento.
“Procedimento – si legge nella nota – nel quale la Procura ha riunito altri procedimenti aventi ad oggetto sempre contestazioni legate alla tutela ambientale”. Eni ricorda che “l’impatto ambientale dello stabilimento industriale di Gela è stato oggetto sia di una valutazione preventiva da parte delle Autorità Amministrative competenti in fase di rilascio delle autorizzazioni necessarie ad operare, sia successivamente, nell’ambito delle attività di monitoraggio e controllo svolte dagli Enti preposti”.
“Tutte le analisi effettuate – sottolinea Eni – hanno sempre confermato l’osservanza delle norme, disposizioni e prescrizioni impartite per la corretta gestione delle attività industriali e in particolare, in relazione al rispetto delle norme in materia di emissioni in atmosfera, scarichi idrici e bonifiche”.
“I risultati delle indagini ambientali realizzate dagli Enti pubblici competenti sulle matrici ambientali circostanti lo stabilimento confermano l’assenza di un inquinamento diffuso nell’area e soprattutto di rischi per la popolazione della città di Gela. Eni – conclude la nota – si affida con assoluta serenità all’operato della Magistratura e alle sue decisioni, collaborando con gli organi inquirenti con correttezza e serietà”.
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