Nell’inchiesta della procura di Caltanissetta che ritiene di aver sventato un piano fascista per screditare la magistratura, il ruolo cardine appartiene ad un avvocato novantenne.

Chi è Stefano Menicacci

Il nome di Stefano Menicacci, l’avvocato 91enne finito ai domiciliari nell’ambito di una indagine della Dda di Caltanissetta su un piano fascista contro magistrati “sgraditi”, entra ed esce da decenni nelle inchieste delle Procure di mezza Italia. Ex deputato missino, difensore storico dell’eversore nero Stefano Delle Chiaie: nelle scorse settimane la corte d’assise di Bologna ha inviato alla procura del capoluogo i verbali della sua deposizione al processo sulla strage del 2 agosto del 1980 perchè si valutasse se avesse mentito in aula. Menicacci, originario di Foligno, in provincia di Perugia, tra l’altro venne indagato nell’inchiesta sui cosiddetti Sistemi Criminali della Procura di Palermo, poi archiviata, su un presunto golpe che avrebbe visto protagonisti negli anni ’90, in un tentativo di destabilizzazione del Paese, Cosa nostra, massoneria deviata, pezzi di Stato ed eversione nera.

Le parole del procuratore De Luca

“Abbiamo intercettato alcune conversazioni dell’ex esponente di Avanguardia Nazionale Adriano Tilgher con un avvocato del Foro di Bari e con un docente universitario in cui si parlava del progetto di creazione di un ‘osservatorio’ sulla attività della magistratura. Progetto di per sé lecito se non fosse stato che, sempre nel corso delle intercettazioni, sono emersi due aspetti penalmente rilevanti: cioè il fatto che alcuni esponenti dell’organizzazione dovevano rimanere segreti in violazione della Legge Anselmi e che si doveva eseguire una mappatura dei magistrati per rilevare le relazioni tra loro in modo da colpire quelli sgraditi” ha detto il procuratore di Caltanissetta Salvo De Luca.

“L’idea – ha spiegato – era imbastire campagne critiche per mettere in ridicolo i magistrati sgraditi”. “Dell’osservatorio avrebbe dovuto fare parte anche una toga, Giuseppe De Benedictis, condannato per corruzione in atti giudiziari e detenzione di armi. La sua partecipazione sarebbe dovuta rimanere segreta”, ha spiegato. De Luca ha precisato che il progetto non è collegato alle indagini sulle stragi del ’92.

Nella foto Menicacci intervistato dalla trasmissione Rai Report