“Gela non può morire”. Così inizia la lettera scritta dal Presidente Rosario Crocetta ai ministeri competenti sulla situazione che sta vivendo la città di Gela sul fronte occupazionale e ambientale, in seguito allo smantellamento della raffineria Eni. “Il 6 febbraio del 2014 venne sottoscritto presso il Ministero dello Sviluppo Economico, un protocollo di intesa per la
riconversione verde della raffineria di Gela – prosegue -. Con sincerità ci saremmo aspettati che il progetto di smantellamento degli impianti esistenti di una raffineria basata sul petrolio avvenisse in modo più graduale, nel senso che, a mano a mano che si avviavano i nuovi impianti si chiudevano quelli obsoleti. Le cose sono andate diversamente. Sin dalla primavera del 2015 l’ENI avviò, infatti, un progetto rapidissimo di smantellamento che ha causato problemi che hanno avuto incidenza disastrosa sull’economia della Città; con riferimento, non soltanto all’occupazione che ha trovato alcune blande risposte con trasferimenti di personale, sia diretto che dell’indotto, la messa in mobilità dei lavoratori ma soprattutto all’indotto terziario della Città che si è visto privare di una serie di commesse importanti in tutti i settori, da quello commerciale a quello alberghiero e manifatturiero, con conseguente riduzione della popolazione di circa l’8% e con una disperazione sociale sempre più
diffusa”.

Ferme per Crocetta e la Regione le ragioni del Piano di riconversione ” il danno ambientale che ha vissuto la Città di Gela debba essere affrontato e riparato in modo radicale, salvaguardando prima di tutto la salute dei cittadini e il quadro occupazionale precedente alle dismissioni. In tale contesto, si chiede un vertice urgente a Roma con tutti i soggetti
interessati, per affrontare un piano dettagliato di interventi da avviare immediatamente per liberare la Città da scheletri industriali inutili e offensivi del paesaggio e avviare quel risanamento delle aree che possa consentire nuovi insediamenti produttivi”. “La Regione Siciliana  – conclude il Presidente della Regione -, il Comune e la popolazione di Gela, hanno avuto fiducia nei confronti del progetto dell’ENI e questa fiducia non può essere tradita”.