La polizia ha denunciato il titolare e gestore di una sala scommesse priva di licenza del questore di Caltanissetta in quanto mancante dell’autorizzazione dei Monopoli. Il controllo è stato eseguito insieme alla polizia municipale, all’ispettorato territoriale del lavoro e all’agenzia delle dogane e dei Monopoli. Ad essere anche emesse sanzioni per diverse centinaia di euro.

Esercizio abusivo

Ad operare per la precisione sono stati i poliziotti della divisione polizia amministrativa della questura nell’ambito di specifici controlli eseguiti nelle sale gioco di Caltanissetta. A finire nel mirino una sala giochi che di fatto era abusiva, vale a dire priva delle necessarie autorizzazioni per poter esercitare.

Le varie irregolarità riscontrate

Nel corso dei controlli gli agenti hanno riscontrato diverse irregolarità emettendo sanzioni amministrative per diverse centinaia di euro. Sono, infatti, state contestate numerose infrazioni. Anzitutto l’apertura del centro scommesse ad una distanza inferiore ai 500 metri da luoghi sensibili, così come la mancata esposizione al pubblico dell’orario di apertura e chiusura. Non c’erano nemmeno gli estintori antincendio e la certificazione dell’idoneità dell’impianto elettrico. Non vi era poi traccia della necessaria ed obbligatoria comunicazione al questore dei dati anagrafici del titolare. Ad essere inoltrato stato riscontrato che ad effettuare scommesse erano anche minorenni.

A Palermo si scommetteva anche sui cani

Il fenomeno delle sale scommesse abusive è dilagante in Sicilia, e non solo. Davvero singolare la scoperta fatta qualche tempo fa a Palermo. I  funzionari dell’Ufficio Monopoli di Palermo, in collaborazione con la polizia, realizzarono un’operazione di controllo per contrastare il gioco d’azzardo illecito nei pubblici esercizi. Scoprirono che in un internet point venivano effettuate scommesse non autorizzate attraverso un bookmaker estero che non aveva né la concessione di gioco rilasciata dall’agenzia, né la licenza per l’esercizio della raccolta delle scommesse rilasciata dalla questura. Addirittura si scommetteva sulla corse dei cani virtuali che venivano riprodotte da un software di un apparecchio elettronico.

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