Quattro ergastoli e una assoluzione sono stati comminati dalla Corte d’Assise di Caltanissetta presieduta da Antonio Balsamo ad altri boss che presero parte alla strage di Capaci, ovvero la messa in posa e l’esplosione di quella bomba che tranciò di netto l’autostrada uccidendo Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Di Cillo, Vito Schifani e il capo scorta Antonio Montinaro.

Si tratta di Salvino Madonia, Lorenzo Tinnirello, Giorgio Pizzo e Cosimo Lo Nigro. Nella loro requisitoria il procuratore aggiunto Lia Sava e i sostituti Gabriele Paci, Stefano Luciani e Onelio Dodero avevano chiesto un quinto ergastolo anche per Vittorio Tutino ma la corte ha considerato insufficienti le prove a carico e lo ha assolto anche se resta in carcere per scontare altre pene.

Le condanne si aggiungono a quelle comminate nel primo processo per la strage di Capaci ma la storia non finisce qui. C’è già in piedi un processo ter e anche una inchiesta quater. Nel processo ter l’imputato è Matteo Messina Denaro la primula rossa latitante dal 1993 dopo aver ricevuto i suoi primi ergastoli perchè riconosciuto colpevole dell’organizzazione delle stragi del 1993 in Italia.

Ma a prescindere dalla figura di Matteo Messina Denaro l’inchiesta quater punta a smascherare anche i contributi esterni a Cosa Nostra a questa strage come si sta facendo anche per l’altra bomba del 1992, quella di via D’Amelio. Una inchiesta, quest’ultima, ancora più complessa per le copertura che tengono ben celata l’esistenza di possibili patti scellerati con organi deviati dello Stato.

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