Un furto alle terme di Acireale, nel catanese, e un allontanamento da casa nonostante il regime dei domiciliari nel trapanese: polizia e carabinieri arrestano complessivamente tre persone con le accuse di furto aggravato ed evasione.
Il furto alle terme di Acireale
Il commissariato di Acireale della squadra volanti è intervenuto nel dismesso impianto termale di Acireale, su richiesta di intervento da parte dei custodi che avevano segnalato la possibile presenza di ladri all’interno della struttura. Gli agenti al loro arrivo hanno sorpreso all’interno dell’immobile due soggetti che, facendo uso di grimaldelli, erano intenti a rubare materiale elettrico, idraulico e tubi di rame, provocando inevitabili danni alla struttura. I due uomini, un 53enne e un 52enne di nazionalità bulgara, entrambi con precedenti penali specifici in tema di reati contro il patrimonio, venivano arrestati in flagranza per furto aggravato in concorso e, su disposizione del magistrato della Procura della Repubblica di Catania, andavano ai domiciliari nella loro abitazione nel centro storico di Catania. Questa mattina, processati per direttissima, si sono visti convalidare l’arresto e applicare la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L’arresto a Marsala per evasione
I carabinieri della stazione di Marsala hanno arrestato D.F., marsalese di 43 anni, a cui è stata aggravata la misura cautelare emessa dalla corte di appello di Palermo che ne ha disposto la custodia cautelare in carcere. In particolare, l’uomo, già sorvegliato speciale di pubblica sicurezza e costretto agli arresti domiciliari per una serie di pregressi reati contro il patrimonio, tra cui furti e rapine, nel mese di ottobre scorso era stato sorpreso dai carabinieri a diversi chilometri di distanza dalla sua abitazione. Data l’assenza di autorizzazione, i militari dell’Arma avevano proceduto all’arresto del 43enne. A conclusione dell’udienza di convalida, l’uomo era stato sottoposto nuovamente ai domiciliari. Tuttavia, sulla base della violazione commessa, i militari dell’Arma hanno chiesto l’applicazione di una misura cautelare più restrittiva, richiesta condivisa dalla competente autorità giudiziaria che ha emesso il provvedimento restrittivo. Proprio per questo è stato rinchiuso nel carcere di Trapani.
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