I Carabinieri della Stazione di Bronte (CT) hanno denunciato due 24enni del posto, ritenuti responsabili di violenza privata e spari in luogo pubblico. La vicenda, surreale per le motivazioni che l’hanno originata, si è svolta nella tarda serata di ieri in una panineria di Corso Umberto.
Volevano un panino oltre le 22
In particolare il titolare dell’attività commerciale, che in ottemperanza alle vigenti norme anti covid-19 aveva correttamente concluso la vendita al pubblico alle ore 22, aveva ricevuto la visita dei due giovani che, con fare per niente comprensivo, pretendevano di acquistare dei panini e di consumarli in loco.
Al rifiuto del barista le minacce col fucile
A nulla è valsa la tesi del ristoratore il quale ha spiegato loro che gli era possibile esclusivamente effettuare la vendita a domicilio, ricevendo invece dai due la promessa che gliel’avrebbero fatta pagare. In effetti poco dopo i due giovani sono ritornati nella panineria a bordo della loro autovettura ed uno di essi, in particolare, imbracciando un fucile ad aria compressa e sparando due colpi, si era avvicinato all’esercizio commerciale provocando la fuga degli atterriti addetti alla consegna domiciliare. L’immediato allarme giunto ai Carabinieri ha loro consentito di localizzare l’autovettura dei due i quali si erano però già disfatti del fucile, presumibilmente gettato nel fiume Simeto. I due giovani brontesi sono stati sanzionati per aver violato il coprifuoco.
Denunciato positivo che va a pescare
I Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Acireale, hanno denunciato un catanese di 44 anni, perché ritenuto responsabile di delitti contro la salute pubblica.
I militari, mentre stavano transitando sul lungomare della frazione Stazzo del comune di Acireale, nel corso di un servizio di pattuglia hanno notato la presenza dell’uomo che stava pescando all’interno della locale area portuale.
In particolare l’equipaggio, dopo aver proceduto all’identificazione dell’uomo, ha appurato che egli avrebbe dovuto trovarsi in isolamento domiciliare perché affetto dal Covid-19, motivo per il quale è stato deferito all’Autorità Giudiziaria.
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