“Il canale di gronda – l’opera pubblica che, se completata, ci avrebbe messo al riparo da questo disastro – si è arenato. Ma la colpa forse non è da ricercare in Sicilia, o non solo”. Così su Facebook il magistrato catanese Sebastiano Ardita, solleva le polemiche su un’opera pubblica attesa da anni a Catania. Il maltempo ha messo in ginocchio la città e ora si cercano anche le cause.

Le accuse di Ardita

“L’opera era stata progettata e finanziata ed era pronta per essere appaltata, ma una legge del 2016 ha imposto altri adempimenti (che ci fosse un progetto esecutivo, non solo definitivo). Mancavano i fondi per il nuovo progetto e si è dovuto richiederli al Governo nazionale che ha risposto in ritardo (dopo due anni dalla richiesta), nel frattempo i poteri sono stati trasferiti per legge ad un commissario regionale. Non sappiamo a che punto sta il progetto e se è mai stato bandito l’appalto. Sappiamo che 5 anni fa tutto era pronto per realizzare in due anni un’opera già finanziata e che invece ancora non c’è nulla“.

Dopo di allora il buio

“Dopo di allora il buio. Cosa è successo? Il dovere di cittadinanza – prosegue -si esercita informandosi e rivolgendo le giuste critiche a chi è responsabile di qualcosa, non cercando l’occasione per criticare le istituzioni senza sapere. Questo lasciamolo a chi fa lotte di parte. Rimaniamo attenti, informati, critici con chi amministra, ma sempre dalla parte della verità”.

Catanesi, uniti nell’emergenza

“E soprattutto adesso sforziamoci di essere, tra noi catanesi, uniti nell’emergenza che non è ancora finita e nel desiderio di ricostruire. Al momento opportuno capaci di rivolgere in modo autorevole le critiche a chi sul piano nazionale ha mortificato la nostra sicurezza, mettendo a rischio le nostre vite e la nostra città; o sul piano locale ci ha dormito sopra. Ma manteniamoci lucidi, informati, decisi e solidali tra chi vuole il bene della città, che è l’unico modo per uscire dalla crisi di disattenzione da parte delle autorità centrali che ci sta portando al disastro”, conclude il post polemico su Facebook.

Opera finanziata

Ben “48 milioni relativi alle opere previste nel progetto di completamento del Collettore B, il cosiddetto Canale di gronda ovest, necessario a captare le notevoli portate pluviali della fascia pedemontana ovest che insiste sulla città. Un intervento che eviterà pericolosi allagamenti nella zona ovest di Catania fino a Misterbianco e Motta Sant’Anastasia”.

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