Il caso di dj Fabo ha scosso le coscienze di un Paese che si sveglia laico solo quando ne ha davvero voglia. Oggi la questione è stata affrontata nel corso di una conferenza stampa organizzata a Catania dal senatore di Forza Italia, Vincenzo Gibiino, che si è di fatto trasformata in un confronto.

All’incontro, infatti, hanno partecipato il professor ed ex parlamentare Giuseppe Palumbo, che ha messo l’accento sulle implicazioni etiche di chi dovrebbe praticare l’eventuale eutanasia, e di Pietro Crisalfulli, fratello di Salvatore e membro della comunità Risvegli Onlus, che ribadisce la necessità di realizzare strutture per le persone in coma vegetativo che potrebbero risvegliarsi.

Proprio da Crisafulli si è appreso che in Italia i casi di cittadini in queste condizioni sono circa 3500. “Di fronte a tutto questo – premette Gibiino – il Parlamento italiano ha il dovere di discutere, affinché una materia tanto delicata, con risvolti a dir poco drammatici, possa essere quanto prima normata. Un Paese civile deve darsi delle regole, che nascano da un confronto serio tra istituzioni, medici, malati e associazioni e non affidarsi alle regole dei paesi confinanti”.

Il passaggio legislativo è necessario e potrebbe passare dal testamento biologico, per poi andare avanti per gli altri casi in cui la persona in questione non sia cosciente: “Il Parlamento – dice Gibiino – non è riuscito ad andare avanti in un tema complesso e che comporta la necessità di considerarne i molteplici aspetti, ma qualora non dovesse giungere a soluzioni non è escluso che, con coraggio, si debba scegliere il referendum, così come altre volte accaduto per materie similari che toccano il nostro comune modo di sentire”.

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