Quasi 80 anni di carcere per 14 imputati nel processo scaturito nell’ambito dell’operazione “Vicerè” che nel 2016 portò a ben 109 indagati. In questo filone giudiziario si chiude l’iter processuale con la condanna emessa dalla Cassazione che quindi diviene definitiva. Gli indagati erano stati ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, detenzione e traffico di stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi ed altri reati. Ad eseguire gli arresti i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Catania, insieme ai colleghi delle compagnie di Gravina di Catania, Giarre ed Acireale, su delega della Procura generale.

Nomi e condanne

Ecco i nomi, l’età e la condanna avuta: Francesco Antonino Pistone di 59 anni, condannato a 12 anni per associazione per delinquere di tipo mafioso aggravata; Filippo Anastasi, 41 anni, 10 anni e 8 mesi di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso aggravata e plurime estorsioni aggravate; Giuseppe Fichera, 56 anni, 10 anni per associazione per delinquere di tipo mafioso aggravata; Antonino Fosco, 40 anni, e Giuseppe D’Agata, 7 anni e 4 mesi ciascuno per associazione per delinquere di tipo mafioso aggravata; Daniele Mangiagli, 35 anni, 6 anni per associazione a delinquere di tipo mafioso aggravata; Omar Scaravilli di 41 anni, 4 anni e 10 mesi per associazione per delinquere di tipo mafioso aggravata; Alberto Gianmarco Angelo Caruso di 41 anni, 4 anni, 5 mesi e 26 giorni per associazione per delinquere di tipo mafioso aggravata e plurime estorsioni aggravate; Salvatore Di Mauro, 35 anni, 4 anni, 4 mesi e 18 giorni per associazione per delinquere di tipo mafioso aggravata ed estorsione aggravata; Maria Scuderi di 61 anni, e Salvatore Sorbello di 63 anni, 2 anni per associazione per delinquere di tipo mafioso aggravata; infine Giovanni Giuffrida, 79 anni, Antonino Ventura di 42 anni, e Concetto Laudani, 50 anni, 1 anno e 11 mesi per associazione per delinquere di tipo mafioso aggravata.

L’indagine del 2016

L’attività investigativa, coordinata dalla Dda etnea, era culminata nell’emissione della corposa ordinanza per l’esecuzione di misure cautelari da parte del Gip del locale tribunale a carico di 109 indagati, eseguita nel febbraio del 2016 dal nucleo investigativo del comando provinciale carabinieri di Catania che si era occupato dell’attività d’indagine. Le indagini avevano in particolare evidenziato la duttile articolazione del clan mafioso, che aveva localmente suddiviso il territorio della provincia demandandone la singola “gestione” a gruppi radicati, che avevano una propria autonomia decisionale seppur sempre sottoposti alle disposizioni dei vertici dell’organizzazione criminale per le questioni più “importanti”, ovverosia dai componenti della “storica” famiglia dei Laudani, in particolare per ciò che concerneva i rapporti con le altre organizzazioni criminali. Gli arrestati sono stati rinchiusi nelle carceri di Catania Bicocca, Augusta, Caltanissetta, Siracusa ed Agrigento.

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