La Guardia di Finanza ha compiuto stamane una perquisizione nel Tar di Catania, nell’ufficio del
giudice Dauno Trebastoni.
La Procura etnea in una nota ha confermato la perquisizione riguardante il giudice, aggiungendo che essa “ha riguardato esclusivamente il predetto magistrato, indagato per il delitto di corruzione in atti giudiziari unitamente ad alcuni avvocati, tra i quali Amara e Calafiore, indicati nello stesso
articolo”.
Due lettere, una destinata al Procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, e l’altra al Presidente del Tar Catania Pancrazio Savasta sono partite – a quanto si apprende – da Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato a Roma. Le lettere sono volte ad ottenere elementi utili per l’adozione di eventuali iniziative di competenza del Presidente del Consiglio di Stato o dell’Organo di autogoverno della magistratura amministrativa (Cpga), in relazione alle notizie di stampa sull’indagine e la perquisizione a carico di un giudice amministrativo.
Attraverso il suo avvocato Sinuhe Carcuraci e a distanza di 5 giorni dalla perquisizione in data 23 gennaio Trebastoni fa sapere di essere “certo di poter dimostrare la propria totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati, e aver già fornito, e continuerà a fornire, la sua totale collaborazione alla Procura, nella consapevolezza che gli ulteriori accertamenti che egli stesso auspica, e che stimolerà, non lasceranno alcun dubbio sul di lui operato.
Da Magistrato, che per definizione crede nella giustizia, ribadisce la piena fiducia nell’operato della Magistratura”.
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