“Il costo dei carburanti, l’aumento ingiustificato del prezzo dei traghetti, insieme a quello di tutti i pezzi di ricambio, il costo degli automezzi, le condizioni sempre più precarie della rete infrastrutturale (viaria e portuale) regionale e l’atteggiamento, a volte molto poco comprensivo, della committenza, rischiano di mettere fuori dal mercato una porzione importante della logistica e dell’autotrasporto siciliano”. A lanciare l’allarme è Cna Fita Sicilia, sempre più preoccupata per le dinamiche economiche che stanno attraversando gli operatori del settore nell’isola.

“Settore strategico”

“Eppure questo segmento produttivo – affermano il presidente e il coordinatore regionale della Fita, Saro Tummino e Giorgio Stracquadanio, Antonio Merenda per Fita Catania e Nicola Fascetto operatore del settore – è assolutamente strategico per molti comparti della nostra regione, l’agricoltura su tutti. Senza l’autotrasporto – aggiungono – le nostre produzioni non potranno raggiungere i luoghi dove le stesse vengono commercializzate. Così come – osservano ancora Tumino, Stracquadanio, Merenda e Fascetto – non è spegnendo, per protesta, i motori dei camion che si contrasta la crisi che da anni grava sul settore della logistica e dell’autotrasporto siciliano”.

Il confronto fra imprese del settore a Catania

Prendendo spunto da queste criticità, si è tenuto a Catania un confronto fra imprese del settore.  Nell’incontro è anche emerso il limite di essere un’isola. “In Sicilia – spiegano – scontiamo uno svantaggio naturale che non mette in condizioni di pari opportunità le imprese di trasporto siciliane con quelle che operano nella Penisola. Ecco, perché – a nostro avviso – sarebbe necessario assegnare al trasporto siciliano, sia in entrata che in uscita, una deroga o un bonus di poche ore di guida (rispettando sempre il monte ore guida stabilito dalle norme). È venuto il tempo di affrontare in modo definitivo con la committenza il problema dei tempi d’attesa in fase di carico/scarico e dei riconoscimenti economici. È opportuno che grossisti e Gdo vengano incontro alle esigenze del settore. Se l’impresa di autotrasporto si fa in quattro per rispettare i tempi di consegna delle merci, utilizzando servizi intermodali e/o doppi autisti (professionalità sempre più difficile da trovare), con conseguente aumento dei così i costi del servizio, poi deve essere rispettata economicamente, usufruire di agevolazioni per compensare i maggiori costi sostenuti, senza dimenticare che è costretta ad attendere 3-4 ore prima che le merci trasportate vengano scaricate. Questi problemi e queste proposte verranno subito segnalate al Tavolo Permanente presso il Ministero (Tavolo delle Regole), che si riunirà nei prossimi giorni, e alla Consulta Regionale dell’Autotrasporto presso l’Assessorato delle Infrastrutture e della Mobilità, che sono i luoghi – concludono Tumino, Stracquadanio, Merenda e Fascetto – deputati a poter affrontare, in questo momento, lo stato di crisi del settore”.