• Settore della ristorazione al collasso a causa delle restrizioni determinate dalle misure anti Covid19
  • Manifestazione mercoledì a Catania organizzata da Fipe Confcommercio
  • I ristoratori, che vogliono riaprire, sottolineano la necessità “di salvare l’economia del Paese”

‘Basta dal 1 febbraio riapriamo’: è lo slogan dell’iniziativa promossa da Fipe Confcommercio di Catania, che raggruppa ristoratori e gli operatori del mondo della somministrazione, che ha promosso una manifestazione per mercoledì prossimo, davanti l’ingresso di via Etnea della Villa Bellini.

La protesta contro la zona rossa e la chiusura delle attività di ristorazione

Una iniziativa, spiegano i promotori, autorizzata dalla Questura di Catania per protestare pacificamente contro la zona rossa e la chiusura di bar, ristoranti, pizzerie e le attività di somministrazione in genere. Un’occasione, aggiungono, per far conoscere alla stampa e all’opinione pubblica la loro posizione in merito ai provvedimenti restrittivi adottati dal governo nazionale e da quello regionale.

L’appello a Conte e Musumeci

I ristoratori, spiegano, chiedono di tornare a lavorare e spiegano anche il perché è possibile riaprire le loro attività, La Fipe Confcommercio si rivolge ai presidenti del Consiglio dei ministri e della Regione Siciliana “confermando l’impegno a lottare contro il Covid, ma anche la ferma volontà di salvare l’economia del Paese”.

Il settore al collasso

Ma non si tratta dell’unica protesta in Sicilia. Il 21 gennaio scorso, dopo aver consegnato al sindaco le divise da chef, in segno di protesta sia contro la zona rossa sia per l’esiguità dei ristori, i ristoratori di Palazzolo Acreide, comune montano del Siracusano, hanno deciso di occupare in modo pacifico l’aula del Consiglio comunale. E simbolicamente hanno sistemato al centro della sala una tavola apparecchiata.
“Stiamo davvero soffrendo – ha spiegato a BlogSicilia Andrea Alì, un ristoratore di Palazzolo – perché questa condizione ha fatto crollare un intero settore. Fa, però, rabbia la questione dei ristori: pur avendoli ricevuti, praticamente li abbiamo già restituiti per pagare le tasse, i contributi Inps per i dipendenti e gli affitti. Ho già detto al proprietario dell’immobile che sarò costretto a ritardare il pagamento della locazione, di certo non si potrà andare avanti ancora per molto se continua così”.

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