Il laser ad alta tecnologia per interventi chirurgici di elevato livello specialistico è stato trovato danneggiato nei giorni scorsi presso la sala operatoria del presidio ospedaliero Garibaldi-Nesima.
L’importantissimo strumento, il primo di questo genere al sud Italia, avrebbe dovuto essere utilizzato per la prima volta lunedì prossimo dal dottore Pasquale La Rosa, direttore dell’unità operativa di Urologia, permettendo a quattro pazienti di superare agevolmente difficili patologie prostatiche. Secondo i primi rilievi effettuati dai tecnici, giunti appositamente da Roma, potrebbe
trattarsi di un sabotaggio, in quanto sarebbero state rinvenute tracce di sostanze fortemente erosive, probabilmente inserite attraverso l’utilizzo di un ago.
La preziosa tecnologa, un laser ad olmio da 120 watt lumenis moses, procura numerosissimi vantaggi nel trattamento chirurgico di numerose malattie urologiche, eliminando di fatto il bisturi e riducendo notevolmente l’invasività dell’intervento.
“Qualora venisse confermata la natura dolosa dell’incidente – afferma senza mezzi termini il Commissario dell’Arnas Garibaldi, Giorgio Santonocito – saremmo dinanzi a un vergognoso attacco alla buona sanità e alle aspettative di cura dei cittadini. Certi gesti appaiono tanto incomprensibili quanto inaccettabili, ancorché ci inducono inevitabilmente a reagire e a impegnarci sempre di più per una sanità efficace. Adesso non ci rimane che sporgere denuncia ed aspettare i risultati delle indagini”.
Intanto, in attesa di ripristinare lo strumento, gli interventi previsti sono stati riprogrammati.
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