La polizia di Catania ha denunciato in tutto 10 tifosi di Catania e Taranto per episodi di violenza in occasione dell’incontro tra i padroni di casa etnei e la compagine pugliese. Di fatto ad essersi sviluppate due differenti indagini. Il match si giocò lo scorso 22 ottobre allo stadio comunale “Massimino”.

Aggressione alla Nuova Gioiese

Al termine di una complessa attività d’indagine, la Digos ha denunciato alla Procura 5 soggetti tra i 39 e i 24 anni. Questi sarebbero responsabili di un’aggressione ai danni di alcuni sostenitori della squadra di calcio “Nuova Gioiese”, ai quali hanno anche danneggiato il veicolo su cui viaggiavano. Ma in realtà si è scoperto che i veri bersagli non fossero loro ma un’altra squadra di calcio. Solo che non hanno riconosciuto il veicolo e hanno preso di mira quello sbagliato.

Immediate indagini

Le indagini avviate nell’immediatezza dell’accaduto hanno permesso di accertare che i tifosi calabresi percorrevano l’autostrada A18 Messina-Catania per recarsi ad Acireale, dove era in programma l’incontro tra Acireale e Nuova Gioiese. ma a circa 2 chilometri dallo svincolo di Acireale sono stati affiancati da alcune autovetture che hanno tentato di bloccarli.

Auto colpita con mazze

Chi si trovava all’interno delle auto, molti dei quali a volto coperto, ad un certo punto è sceso dopo aver bloccato il minivan dei tifosi della Nuova Gioiese. A quel punto hanno cominciato a colpire il veicolo utilizzando mazze ed altri corpi contundenti. L’autista del minivan dei tifosi calabresi è riuscito, però, a divincolarsi imboccando lo svincolo di Acireale. Ma anche qui è stato raggiunto dagli aggressori, i quali, più volte, hanno tentato di sbarrare la strada al mezzo. Nonostante l’imboscata, i tifosi calabresi sono riusciti a riprendere la marcia in direzione di Catania, dove, dopo aver raggiunto la tangenziale, sono stati raggiunti da agenti della polizia di Stato, intervenuti in seguito alle segnalazioni arrivate al numero unico d’emergenza.

L’errore

Dopo l’accaduto, la Digos ha immediatamente avviato una mirata attività di indagine finalizzata alla ricostruzione dei fatti e ad individuare le autovetture su cui viaggiavano gli aggressori, così da riuscire ad identificarli. È così emerso che il minivan sul quale viaggiavano i tifosi della Nuova Gioiese è stato scambiato per uno dei veicoli utilizzati dai tifosi tarantini diretti a Catania. Ed è stato per questo inseguito fino al casello di Acireale da alcune autovetture con a bordo ultras del Catania. I quali, convinti di avere intercettato supporter del Taranto, hanno messo in atto l’aggressione.

Dagli accertamenti eseguiti, con il supporto delle immagini acquisite, sulle targhe dei quattro veicoli gli agenti sono pervenuti all’identificazione di altrettanti aggressori, proprietari delle auto utilizzate, tutti ultras catanesi. Il quinto è stato individuato e identificato grazie alle immagini delle telecamere installate al casello di Acireale. E’ stato immortalato nel momento in cui è sceso da una delle autovetture per rincorrere i tifosi della Gioiese.

Altre 5 denunce

A conclusione delle attività e degli accertamenti compiuti dopo la gara Catania-Taranto, gli agenti della Digos hanno inoltre individuato e denunciato alla Procura altri 5 tifosi. Tra questi 3 del Catania e 2 del Taranto per fatti accaduti all’interno dell’impianto sportivo. Nello specifico è stato denunciato un tifoso 21enne che, presente sugli spalti della “Tribuna B”, ha acceso e lanciato un fumogeno all’indirizzo dei tifosi del Taranto. Poi altri due tifosi, un 51enne ed un 26enne, presenti rispettivamente in curva nord e in curva sud, che hanno accesso ognuno un fumogeno.

Stessa sorte è toccata ad un tifoso del Taranto, un 29enne, che ha fatto ingresso al settore ospiti dello stadio “Massimino” esibendo un titolo di accesso che, da accertamenti successivi, è risultato essere contraffatto. Un altro sostenitore pugliese, 22enne, è stato, invece, denunciato per aver compiuto atti contrari alla pubblica decenza. Nei confronti di tutti e i 10 tifosi, sulla base dell’istruttoria svolta dalla divisione anticrimine della questura, emessi altrettanti provvedimenti Daspo della durata da 1 a 5 anni.

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