- Completamento diga Pietrarossa e strada Libertinia
- Dal Parlamento via libera al commissariamento
- Rizzo (M5S): “Traguardo più vicino per opere attese da anni nel Calatino”
“Ci sono anche due opere del Calatino tra le 58 che hanno avuto il via libera dal Parlamento nazionale per il commissariamento e che presto dovrebbero accelerare in vista della realizzazione: si tratta del completamento della Libertinia, il collegamento viario con caratteristiche autostradali tra lo svincolo della SS 514 ‘di Chiaramonte’ con la SS 115 e lo Svincolo della SS 194 ‘Ragusana’, e del completamento della diga Pietrarossa, a cavallo tra le province di Enna e Catania”. A darne notizia è il deputato M5S Gianluca Rizzo.
Via libera da Camera e Senato
“Il via libera – dice Rizzo – è arrivato dalla Commissione Lavori Pubblici del Senato e delle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio (relativo agli interventi infrastrutturali sottoposti a commissariamento). Ora si procederà con il perfezionamento dell’iter del Dpcm, affinché i commissari possano avviare il proprio lavoro. L’avvio delle opere sarà un grande stimolo per l’occupazione e per la ripresa economica”. “La Libertinia, una volta completata – continua Rizzo – doterà l’area sud-orientale della Sicilia di un collegamento stradale funzionalmente adeguato lungo l’itinerario Ragusa – Catania”.
Due opere fondamentali
La strada, lunga 69 chilometri, avrà due carreggiate separate e due corsie per senso di marcia. Il costo stimato è di 754 milioni di euro. Di grande importanza per l’area calatina anche il previsto completamento della diga Pietrarossa, invaso, destinato prevalentemente a usi irrigui, atteso da decenni.
I lavori iniziati da oltre 30 anni
Sulla base di un progetto esecutivo del 1982 e di un progetto di adeguamento del 1987, i lavori di costruzione dello sbarramento, iniziati nel 1989, si sono interrotti nel 1997. La diga, con circa il 90% dei lavori realizzati, è allo stato un’ “opera incompiuta”. Il costo stimato è di 60 milioni di euro. “Della diga – afferma Rizzo – attesa da oltre trent’anni ebbi modo di interessarmi sin dal 2016 con una interrogazione a cui, purtroppo, non ebbi mai risposte. E’ solo grazie all’impegno profuso dal governo Conte, proseguito dall’esecutivo Draghi, se ora si intravede finalmente l’ambito ed agognato traguardo”.
Ma è scontro con Legambiente
La Diga di Pietrarossa è una delle vertenze più annose portate avanti da Legambiente Sicilia. Da anni la denunciamo come opera abusiva che ha comportato uno spreco enorme di denaro pubblico (e che promette di sprecarne): 60 milioni di euro dei 66 stanziati per opere idrauliche in Sicilia. Con questi soldi si potevano sistemare le dighe attuali, togliere l’interramento, aumentare la capacità d’invaso e non fare questa opera inutile, che mette a rischio testimonianze archeologiche importanti e la cui utilità nessuno si è premurato di dimostrare con un’analisi costi-benefici considerati sia i danni ambientali che si produrranno che le enormi quantità d’acqua che ogni anno in Sicilia si “sprecano” per produzioni agricole spesso destinate al macero. Sovrapproduzioni che in un sistema perverso garantiscono lauti guadagni grazie ai contributi alla produzione, ma che contestualmente provocano uno spropositato consumo di risorsa idrica; un esempio per tutti sia l’invaso di Lentini da cui ogni anno evapora un volume d’acqua dello stesso ordine di grandezza di quello che la diga di Pietrarossa dovrebbe contenere. E ci chiediamo se non avrebbe avuto più senso – anziché basarsi su uno schema idrico pensato negli anni ‘60 – studiare un uso più razionale delle risorse idriche esistenti, effettuando piuttosto interventi mirati a un uso efficiente, evitando sprechi e implementando il recupero e il riutilizzo delle acque, oltre che favorendo altri tipi di colture. A questo si aggiungono gli affari della criminalità organizzata. Su quel territorio, la mafia c’è ed è sempre stata piuttosto forte. Ad esempio, quella di Caltagirone è stabilmente inserita in Cosa Nostra, parte importante dell’assetto mafioso della Sicilia orientale e buon punto di riferimento per la Cupola palermitana e corleonese, per le opere pubbliche, estorsioni e legami con la politica.
Commenta con Facebook