“L’esame comparato della richiesta di misura del pm e dell’ordinanza” ha “consentito di apprezzare come il primo giudice, in punto di valutazione della gravità indiziaria, si sia limitato ad operare un ‘copia e incolla'” della richiesta della Procura, aderendo in maniera “acritica e apodittica”.

Per questo motivo, senza entrare nel merito, il Tribunale del riesame di Catania, ha annullato l’ordinanza del Gip nei confronti di 10 persone accusate di avere realizzato falsi documenti per favorire migranti clandestini, eseguita il 23 luglio scorso dalla Digos della Questura. Tra gli arrestati dell’operazione ‘Si può fare‘ anche un funzionario del Comune e due vigili urbani.

“È in particolare da rilevare – spiega il Tribunale del riesame – come la parte del provvedimento impugnato che avrebbe dovuto esplicare i tratti distintivi della fattispecie associativa si sia tradotta nell’integrale trasposizione della richiesta del pm senza l’aggiunta di alcuna considerazione autonoma”.

“Il provvedimento coercitivo in esame – aggiungono i giudici – non è dunque solo fortemente evocativo di un procedimento di edizione del titolo mediante il testuale richiamo della richiesta del pm, ma difetta tangibilmente dell’essenziale momento dell’autonoma valutazione del compendio indiziario, quale ineludibile passaggio argomentativo idoneo a segnalare che la richiesta cautelare sia stata effettivamente esaminata e valutata in termini non meramente adesivi o stereotipati, così da denotare l’esercizio del dovere critico che la nozione di autonoma valutazione sottintende”.

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