E’ fuori dalla politica attiva da circa un anno, da quando è scaduto il secondo mandato da sindaco di Bronte, ma Pino Firrarello, uomo di punta di Ncd, i movimenti e le strategie continua a seguirle eccome anche se ammette di essere ‘in qualche modo desolato da quanto sta avvenendo in Sicilia’.
Incontriamo Firrarello a margine della presentazione del suo ultimo libro ‘Bronte’, che chiude una sorta di trilogia iniziata con la sua prima pubblicazione dedicata alla natìa San Cono e proseguita con “Un contadino al Senato”.
Ora che è un ex, come vede la situazione politica siciliana?
“Sono un po’ desolato, perché non si riesce a varare qualcosa che riesca ad interessare davvero la popolazione”
Sia più chiaro…
“Beh, penso ad esempio ai fondi europei, quelli che probabilmente consentirebbero ad alcuni giovani di non lasciare questa terra, che continuano a non essere utilizzati e sinceramente mi spiace fare queste constatazioni”
Sembra proprio l’analisi di un ex…
“Guardi, facciamo un confronto fra quella che era l’Ars della mia ultima esperienza (1991-1996) ed oggi e si capirà che il contesto e le personalità erano decisamente importanti. C’erano Orlando, Bianco, Merlino, Michelangelo Russo, Rino Nicolosi, Nino Galipò, insomma c’era davvero una base di confronto autentica con il parlamento nazionale. Questa caduta di progettualità è dovuta alla carenza di partiti politici e senza i partiti non c’è il dibattito e quindi non si cresce. Politicamente non si va avanti”
Ma nel frattempo è arrivata l’elezione diretta del governatore…
“Ero fra quelli che la auspicava, visto che nella Prima Repubblica la media dei governi era di appena un anno, perché avrebbe garantito la continuità del mandato e si poteva lavorare, ma non ci sono più persone che pensano in grande. Mi faccia ricordare Rino Nicolosi: attraverso una precisa strategia di Andreotti, fu un ponte fra la Sicilia ed il Magreb verso l’Africa Settentrionale e oggi chi dovrebbe farlo…?”
Il presidente Crocetta parla bene l’arabo…
“Vabbè. Sta facendo del suo meglio, ma lo fa a suo modo, cioè confusionale e molte volte torna indietro nelle sue decisioni, ma la mancanza di partiti politici si riflette moltissimo nell’Assemblea che non produce quello che dovrebbe produrre. E poi non mi sento di dire che tutte le colpe sono riconducibili a Crocetta anche se probabilmente avrebbe potuto fare di più”
Detta così sembra che l’Ars abbia maggiori responsabile di Crocetta…
“Certo! Un’Assemblea funzionale avrebbe dato un apporto diverso, ma c’è qualcuno che pensa ad una progettualità seria? Le faccio un altro esempio: il tanto discusso Nino Drago si pose il problema delle periferie catanesi o delle città universitarie, insomma si pose dei problemi fondamentali per le città. Oggi chi lo fa?”
I cinque stelle?
“Me lo auguro, ma un progetto di come intendano cambiare la Sicilia o l’Italia non l’hanno mostrato”
A Roma vince davvero la candidata di M5S, Raggi?
“Ha ottime chance”.
Lei ha governato per dieci anni Bronte, il suo libro parla proprio del suo paese, si è sempre ipotizzata la realizzazione del terzo polo turistico sull’Etna ma non è mai decollata…
“E’ una storia antica che risale al 1981, quando fu istituito il parco, si sono difese le posizioni di Nicolosi e Linguaglossa, ma parlando di un utilizzo razionale dell’Etna durante i mesi invernali non potevano fare a meno di questo versante. E’ un territorio incontaminato e ancora oggi abbiamo la neve”
E allora perché non si è fatto mai nulla?
“Non è vero. Noi abbiamo avviato lo sviluppo naturale di quel territorio realizzando le infrastrutture, come la nuova strada, ma ci sono stati degli errori di valutazione. Ricordo una levata di scudi del mondo ambientalista e delle politica che non guardò con serenità a quella proposta. Ma si è ancora in tempo per recuperare ed il capitolo nuovo vero è quello di una stazione invernale. Del resto l’Etna sta lì da milioni di anni…”
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